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Mostra. Ulisse a Forlì: il viaggio riprende

Finalmente ci siamo. La mostra dedicata all'eroe omerico, figura mitologica che condensa in sé i destini umani, si prepara, dal 19 maggio, a dischiudere nuovamente le porte ai visitatori, dopo il lockdown che ha interdetto al pubblico anche i luoghi della cultura e dell'arte, e verrà eccezionalmente prorogata sino al prossimo 31 ottobre 2020. Assieme alla mostra riaprono anche i Musei della città.

La riapertura dell'esposizione "Ulisse. L'arte e il mito", ospitata presso i Musei San Domenico, a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, è il miglior segnale della ripresa della vita della città. Un simbolo di speranza e di fiducia. Ripartire con la cultura significa ripartire dalla nostra identità profonda, dai tesori della nostra civiltà e dalla volontà di futuro della nostra società.

Non è mancata, in questi mesi la possibilità di ripercorrere virtualmente l'itinerario della mostra, di conoscerne e approfondirne i contenuti, grazie alle innumerevoli iniziative digitali realizzate e promosse direttamente dalla Fondazione e grazie all'intensa partecipazione del pubblico registrata sui Social Media.

La cultura non si è mai fermata nonostante la grande emergenza, ma ora abbiamo la possibilità di tornare a vedere e ammirare di persona i capolavori dell'arte della mostra, di gustarne la bellezza, con lo sguardo della mente e del cuore.

Lo faremo in sicurezza, con la cautela e la prudenza necessarie in questa fase di riavvio, in ottemperanza ai dispositivi di legge e nella consapevolezza che quello che ci apprestiamo ad affrontare rappresenta per tutti un nuovo inizio.

Dal 19 maggio prossimo, quindi, sarà possibile accedere alla mostra Ulisse. L'arte e il mito e ai Musei della città nel rispetto delle misure sanitarie e di sicurezza previste dalle normative del Governo e delle indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico presso il Dipartimento della Protezione Civile (verbale n.66), che prevedono il distanziamento tra i singoli visitatori, entrate dilazionate e sanificazione degli spazi comuni fruibili da parte del pubblico, oltre all'adozione dei necessari dispositivi di protezione personale.

La mostra sarà visitabile negli orari già previsti preferibilmente tramite la prenotazione dei biglietti ai consueti contatti (tel. 199.15.11.34 - mostraforli@civita.it) o l'acquisto on line tramite il circuito TicketOne (www.ticketone.it).

Attualmente, le sale del San Domenico ospitano oltre 200 opere tra le più significative, dall'antico al Novecento, suddivise in 16 sezioni, ad esplorare il mito di Ulisse nell'arte, in un percorso museale che ricomprende pittura, scultura, miniature, mosaici, ceramiche, arazzi e opere grafiche e che si snoda attraverso i più grandi nomi di ogni epoca.

Riprende, dunque, il viaggio nell'arte alla scoperta dei capolavori che dal VIII secolo a.C. ai giorni nostri hanno scandagliato il mito dell'eroe multiforme e ne hanno raccontato la storia. Le storie.

A partire dall'Ulisse di Sperlonga, opera in marmo risalente al I sec d.C., immagine simbolo della grande mostra, e dalla Afrodite Callipige dell'antichità. Nella suggestiva cornice del San Giacomo sarà possibile ammirare il Concilio degli dei di Rubens, e via via la Penelope del Beccafumi, la Circe invidiosa di Waterhouse in arrivo dall'Australia, fino a Le muse inquietanti di De Chirico, all'Ulisse di Arturo Martini e al cavallo statuario di Mimmo Paladino.

Si rammentano le collaborazioni con i più importanti Musei nazionali e internazionali, tra i quali il Musée d'Orsay di Parigi, la Royal Academy di Londra, il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, il Metropolitan Museum of Art di New York, i Musei Vaticani, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e l'Università di Ginevra, per citarne alcuni.

Ad aprire il viaggio è la nave greca arcaica di Gela, tra le più antiche del mondo, di cui è presente l'ossatura portante, databile tra il VI e il V secolo a.C., rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, al largo di Gela, a cinque metri di profondità. Le parti recuperate raggiungono una lunghezza massima di 17 metri e una larghezza massima di 4,30. Uno dei più emblematici ritrovamenti subacquei del patrimonio archeologico del Mediterraneo Antico che ci consente di conoscere non solo le caratteristiche dell'imbarcazione, ma la storia stessa della navigazione e le tecniche di costruzione navale impiegate dalle maestranze greche. La possibilità di questo evento eccezionale si deve alla generosa collaborazione con la Regione Siciliana.