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Teatro Garbatelle: Drusilla Foer dal 28 febbraio in "Venere Nemica"


Dopo lo strabiliante debutto a Milano, con 4 repliche acclamatissime al Teatro Leonardo, e dopo alcune tappe in altre città d’Italia, Drusilla Foer, attrice, cantante e autrice, arriva a Roma con il suo nuovo spettacolo, Venere Nemica, al Teatro Garbatella per tre sere dal 28 febbraio al primo marzo (biglietti sul sito del teatro).

Venere Nemica, prodotto da Best Sound e con la direzione artistica di Franco Godi, è interpretato dalla stessa Drusilla Foer, con la partecipazione di Elena Talenti, cantante e attrice di musical di successo (Sister Act), per la regia di Dimitri Milopulos e con brani musicali cantati dal vivo da Madame Foer, con l’incantevole carisma che la contraddistingue.

Dopo il successo di Eleganzissima, il recital che per primo ha fatto conoscere al pubblico teatrale il suo talento ironico e sagace, l’iconica Signora dallo stile unico Drusilla Foer porta ora in scena la sua seconda prova autorale, Venere Nemica, un testo ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”, riletta in modo croccante, divertente, commovente, a tratti tragico, che tocca temi antichi e attuali, come la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna, il conflitto secolare fra uomini e dei. Gli archetipi affrontati nel testo si rivelano di un’attualità disarmante, resa ancora più evidente dal trasparire della personalità spiccata dell’interprete, nel ruolo della Dea, ora vivente fra gli umani mortali, assistita da una ineccepibile Elena Talenti nelle vesti di una solerte quanto inflessibile cameriera.

VENERE NEMICA - SINOSSI  
Venere, la dea immortale, quindi tutt’ora esistente, vive lontano dall’Olimpo e dai suoi odiati parenti. Dopo aver girovagato per secoli, abita attualmente a Parigi fra i mortali. Non essendo gli Dei più creduti, la dea della bellezza e dell’amore finalmente può permettersi di vivere nell’imperfezione dell’umano esistere.
“Immaginate la mia gioia! Una dea, condannata a vivere nell’eterna umidità del mare, scoprire l’esistenza della messainpiega”
Ricordando in un flashback comico e tragico, la vicenda di Amore, il figlio ingrato e disobbediente, e Psiche, sulla quale proietta - da suocera nemica - tutto il suo rancore di Dea frustrata e insoddisfatta, Venere si vendica “sulla straordinaria mortale, creduta venere in terra”.
Deus ex-machina crudele e spietata, Venere ricorda l’unica occasione nella quale ha provato un sentimento di amore, curando il figlio che, fuggito dall’amata Psiche, torna da sua madre, dea e padrona, per farsi lenire le ferite di un amore ingannato.
“… io sono sempre stata la mia sola priorità…”
Un testo ispirato alla favola di Apuleio “Amore e Psiche”, riletta in modo croccante, divertente, commovente, a tratti tragico, che tocca temi antichi e attuali: la competizione suocera/nuora, la bellezza che sfiorisce, la possessività materna, il conflitto secolare fra uomini e dei. 
“… se c’è una cosa che un Dio detesta è non essere creduto…”