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Diiv a TODAYS Festival 2020


Dopo gli annunci dei concerti di GRACE JONES, DAUGHTER, NICOLAS GODIN degli AIR e ANGEL OLSEN, si aggiungono al già nutrito cast di TODAYS la band nu-shoegaze americana DIIV, uno dei gruppi più intriganti, dirompenti e apprezzati dello scenario indipendente oltreoceano.
Chitarre soniche e melodie sognanti, a TODAYS la band newyorchese presenterà il nuovo album dedicato tutto al tema della rinascita, sabato 29 agosto sul palco con i già annunciati DAUGHTER.

Uno dei gruppi più apprezzati dello scenario indipendente oltreoceano arriva a TODAYS per presentare dal vivo l’attesissimo “Deceiver”, il loro terzo nuovo disco uscito il 4 ottobre per Captured Tracks, dopo tre anni di pausa della band, nato proprio per esprimere il sentimento di purificazione e di resurrezione personale.

Deceiver è la colonna sonora della resurrezione metallica e rumorosa della band composta da Zachary Cole Smith (leader, voce e chitarra), Andrew Bailey (chitarra), Colin Caulfield (basso e voce) e Ben Newman (batteria): arrangiamenti orchestrati alla perfezione e la dura lezione dello shoegaze imparata alla lettera!

ll nuovo album dei DIIV e i singoli apripista Skin Game, Taker e Blankenship sono la risposta di Zachary alle sue recenti disavventure personali e al periodo passato in riabilitazione. L’album è stato registrato a marzo a Los Angeles con il celebre Sonny Diperri (noto per il suo lavoro con My Bloody Valentine, Nine Inch Nails e Protomartyr) che ha aiutato i DIIV a sviluppare e tirare fuori un sound potente e sonico come le note distorte che hanno reso celebre la scena shoegaze e post punk dei tardi anni ’80.

Formati nel 2011 in quel di Brooklyn, come band di supporto per un solo project del leader Zachary Cole Smith (newyorkese di nascita ma cresciuto nel Connecticut), ex- chitarrista negli psichedelici Soft Black e batterista nei ben più noti Beach Fossils, i DIIV si sono rapidamente affermati come una delle formazioni di punta del movimento nu-shoegaze che ha caratterizzato gli anni Dieci. Subito messi sotto contratto dalla nota Captured Tracks, in men che non si dica diffondono due singoli, “Sometime” e “Human”, che delineano un sound influenzato in maniera determinante tanto dalla darkwave di matrice Cure, quanto dalle spirali shoegaze tipiche del decennio successivo.

Il 26 giugno 2012 si concretizza l’album d’esordio “Oshin”, un viaggio allucinogeno costruito su ritmi marziali, jangle chitarristici sgangherati e narcolettici, frammenti melodici calati in dilatazioni sognanti, turbolenze psichedeliche, cascate di tastiere e riverberi cangianti. Oshin riceve recensioni molto positive finendo in moltissime chart specializzate di fine anno e la band suona a supporto del tour inglese dei Vaccines.

Non è avulso ai travagli derivanti dall’abuso di sostanze Zachary Cole Smith, che faceva coppia fissa con la modella e cantante Sky Ferreira quando i due vennero arrestati nel 2013 nei pressi di New York, notizia ripresa con gran rilievo da tutti i magazine specializzati. Nonostante ciò, Smith si trova in una fase di grande prolificità e i tempi sono maturi per iniziare le registrazioni del secondo album: “Is The Is Are”. Prodotto dallo stesso Smith, arriva sugli scaffali dei negozi il 5 febbraio del 2016, debuttando alla posizione numero 81 nella chart di Billboard. Guizzi noise e cavalcate melodiche di scuola Sonic Youth si innestano in un paesaggio onirico di ispirazione kraut. Immergersi in Is The Is Are è un’esperienza totalizzante, un lavoro in grado di assorbire completamente l’ascoltatore, che riesce nell’intento di far guadagnare grande visibilità e stima alla band. A inizio 2017 proprio sul più bello il giocattolo si rompe: attriti, scissioni, cambi di formazione e l'improvvisa cancellazione del tour europeo, a seguito del quale Zachary annuncia al mondo di doversi sottoporre a una cura per combattere le proprie dipendenze. Solo verso fine 2018 i DIIV tornano in pista: partono in un tour come supporto ai Deafheaven e nel frattempo si dedicano alla scrittura e all’incisione di nuovi brani, fino al 4 ottobre in cui si materializza il disco della rinascita, nel quale il leader di mette totalmente a nudo con “brutale onestà”.

Deceiver diviene parte di quel processo di ricostruzione personale messo in atto da Zachary per uscire dalla burrasca personale, comprendere da dove proviene il proprio dolore, scoprire quali ne sono le cause e quali i mezzi migliori per combatterlo.
Sta qui la forza di “Deceiver”, nel saper coniugare disagio e speranza in uno shoegaze nero, profondo e intransigente, che pur cambiando spesso tono e sapore lungo il suo scorrere, suona sempre compatto e credibile.

“In Deceiver, parlo del lavoro che ho fatto sulle relazioni personali durante la mia vita, accettando la responsabilità in quei casi in cui questo lavoro è fallito. Conosco ciascuno dei membri della band da più di dieci anni e suoniamo insieme come DIIV da più di cinque, e anche con loro ho dovuto riapprocciarmi” dichiara Zachary Cole Smith, “non è stato un restart, ma un nuovo inizio. Più che ricominciare da zero, è stato come un nuovo inizio. C’è voluto tempo, come ogni altra cosa della mia vita, ma siamo cresciuti e abbiamo imparato come collaborare e comunicare”.

Accolto ovunque da recensioni entusiaste, “Deceiver” è il disco della catarsi, della purificazione: dark e shoegaze vengono fusi abilmente insieme verso un’estetica compatta prossima al capolavoro, confermando la band americana fra le realtà nu-gaze più interessanti e tridimensionali nate e consolidatesi nel corso degli anni Dieci e in pole position per divenire un’eccellenza assoluta nel decennio successivo.

I DIIV non cercano scorciatoie e non scivolano nell’autocompiacimento. E queste sono cose che fanno la differenza tra artisti che passano e quelli che restano.