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Intervista alla cantautrice Barbara Cavaleri


Barbara Cavaleri comincia il suo percorso studiando e cantando in diversi ambiti (classica, pop, gospel, soul, jazz, performing arts). Come interprete, pubblica il suo primo album “Ad un passo dal sogno” nel 2007 (Lagash-Edel- Bollettino Edizioni). Finito il tour promozionale, scrive per Ray The Project e collabora con Ugo de Crescenzo e Marcello Testa; l'album “Someone’ Speaking” viene pubblicato in Europa e Giappone e promosso in UK (Casaluna Records, Emi Edizioni 2008). Dal 2008 al 2011 si stabilisce a Londra dove continua a collaborare con realtà folk locali, si esibisce su diversi palchi della città, studia alla Goldsmiths University e scrive il suo nuovo lavoro. Nel 2014 pubblica “So Rare”, suo disco da cantautrice, prodotto da Leziero Rescigno (La Crus, Amor Fou, Mauro Ermanno Giovanardi). Barbara è la voce e l’autrice del progetto elettronico “GENTLE EYES IN THE GLOOM” (2019, Prismopaco Records). Collabora al progetto di Alex Cremonesi, “La prosecuzione della poesia con altri mezzi” (Riff Records, 2019). Lavora come autrice di testi e melodie in ambito cinematografico e nell’ambito del VoiceOver. La voce rimane il suo primo strumento creativo, messo a disposizione anche nell’ambito dell’insegnamento della produzione vocale, e di musica e canto presso diversi istituti e accademie nazionali.

“COME UNA STELLA – NOVASTAR” è il nuovo album di inediti della cantautrice, disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download. Noi l'abbiamo intervistata per voi per saperne di più sul nuovo lavoro.

Ciao Barbara e benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Oggi presenti ai nostri lettori il tuo nuovo album dal titolo “Come una stella – Novastar”. Cosa rappresenta questo disco?
Ciao! Grazie a voi per questa accoglienza. Questo disco rappresenta molte cose, una tra tutte il poter raccontare la storia di un mondo lontano, ma vicino a noi, soprattutto dopo questa esperienza.

L'album si apre con il brano “In lattina” e si chiude con “Le parole”. C'è un filo conduttore che lega le otto canzoni?
Sì, gli episodi sono il ritratto della vita della donna protagonista su Novastar, città futuristica, esteticamente perfetta, ma interiormente attaccata a meccanismi molto protesi verso il cambiamento tecnologico e una politica non-umana. Novastar è un posto luccicante, perfetto, ma anche pieno di contraddizioni e fragilità profonde.

C’è una canzone tra quelle presenti nel disco che più ti rappresenta?
Non è un album autobiografico, perciò, non mi sento rappresentata dentro a queste canzoni, posso dirti di essere molto felice di aver scritto una canzone come “Quello che sei”.

A chi dedichi questo nuovo lavoro discografico?
A tutti coloro che lo ascolteranno e vorranno capirlo.

“In lattina” è il singolo che ha anticipato l'uscita del disco. Qual è il messaggio che vuoi lanciare con questo brano?
La donna protagonista si sente come intrappolata in una realtà claustrofobica. Da un lato la sua scelta di vita: accondiscendere i valori del progresso di questa città in continua ascesa, dall’altro il bisogno soffocato di relazione reale e interscambio con l’esterno.

Online il videoclip ufficiale del singolo “Come una Stella (ft. Ferruccio Spinetti e Lele Battista)”, title track dell’album. Vuoi raccontarmi qualche particolare del video diretto da Federico Cadenazzi aka Mario Gooseman?
È stata una splendida esperienza girare quel video: squadra di lavoro fantastica, molta concentrazione, ma anche tanto divertimento. Il concept ritrae le nemesi della donna protagonista, interpretarle tutte è stata sicuramente un’esperienza incredibile.



Dal 2008 al 2011 hai vissuto a Londra. Questo trasferimento quanto ha influito sulla tua musica?
Moltissimo, Io vivo ancora a Londra, con il cuore. E la mia musica, con me.

Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Siate, fate, ascoltate, tutto ciò che vi rappresenta e vi fa stare bene con voi stessi.  Essere fedeli a se stessi, alle proprie idee è fondamentale. Con questo disco, ho cercato di fare questo.

Intervista a cura di Barbara Scardilli