Googa, la giovane band che arriva dritta dalla nuova scena indie romana, presenta ai lettori di Cherry Press il nuovo singolo “Lupo Mannaro”. Il brano è accompagnato da un video realizzato in maniera interamente grafica da Bubi Visual Art, durante questi giorni di quarantena. L’ambientazione è inevitabilmente post-apocalittica, anche se in realtà l’idea era stata elaborata già precedentemente. “D’altronde, il distanziamento sociale prodotto da questa fase di emergenza non è solo l’accelerazione di un fenomeno già in atto da tempo?”.
Ciao ragazzi e benvenuti sulle pagine di Cherry Press! Il gruppo nasce nel 2017 nella provincia romana, tra le città di Anzio e Nettuno. Raccontatemi come è nata e come si è sviluppata l'idea di questo progetto.
Siamo amici da molto tempo e avevamo voglia di metterci a lavorare su qualcosa di nostro. All'inizio in realtà avevamo un'idea più ampia, quella di formare un collettivo musicale riunendo i musicisti della zona, ma la cosa non è andata in porto. Qualche pezzo, però, stava già nascendo. Abbiamo continuato a lavorarci noi cinque e sono venute fuori le prime due canzoni dei Googa: Vento laterale e Steve Jobs, tutt'ora inedite.
Da quel momento in poi abbiamo continuato a suonare e a scrivere molto, legandoci sempre di più tra di noi. Portare avanti un progetto di inediti è una palestra di vita, ci si trova di fronte a tanti problemi e momenti difficili che noi abbiamo scelto di affrontare insieme. La nostra musica cerca di raccontare anche questo.
Da quale idea nasce la scelta del nome. Perchè Googa?
Come la maggior parte dei nomi d'arte è nato con leggerezza, praticamente per errore. Stavamo andando ad esibirci live per la prima volta in assoluto, all'open mic di Spaghetti Unplugged a Roma. Ci serviva un nome e, nel viaggio in macchina per arrivare a Roma, sono uscite fuori le ipotesi più assurde (Black Mandorla e Vicino Capossela per dire...), tra cui anche Googa (esiste un alieno “googa” nominato da un Barack Obama animato in Rick&Morty). Ce lo siamo tenuto, un po' perché ci piaceva il suono, un po' perché ogni volta possiamo trovare una spiegazione diversa del motivo per cui ci chiamiamo così.
Dal 26 aprile in radio il nuovo singolo “Lupo Mannaro”. Nonostante il sound semplice e diretto, si tratta di “una canzone scomoda". Cosa potete dirmi a proposito.
Una canzone è scomoda quando ti fa fare delle domande. Il brano parla di un lupo mannaro, ma che cos'è un lupo mannaro? È qualcuno che abitualmente è un normale essere umano, che guarda il campionato, è schiacciato dagli impegni e passeggia come tutti noi per le strade della città, tra i palazzi. Quando viene la luna, però, si libera della sua maschera umana e corre verso la foresta nudo, libero e violento.
Il nostro lupo mannaro non è così, è uno come noi, ha dimenticato troppe volte di guardare la luna e adesso ha paura di rimettersi a correre nei boschi. Non sa più come si fa, ha perso il suo branco e non ha più il coraggio né la capacità per tornare ad essere un lupo.
Avete suonato nei contesti più interessanti di Roma. Che atmosfera si respira durante i vostri live?
Abbiamo suonato molto nell'ultimo anno, Roma è una città difficile per gli emergenti ma con un po` di impegno escono fuori le tante situazioni carine nascoste nel brulicare della città. Quando suoniamo dal vivo cerchiamo di far arrivare al meglio la nostra musica, che spazia molto tra vari generi e mood, senza aver paura di suonare sottovoce, quando un pezzo è particolarmente intimo, o di picchiare forte in altri brani che invece lo richiedono. Un altro aspetto è quello che succede tra di noi; ogni tanto capita che durante un pezzo ci emozioniamo e ci abbracciamo o ci viene da ridere e ci dimentichiamo di suonare.
Tre aggettivi per definire la musica dei Googa.
Avvolgente, multicolore, contraddittoria.
Per concludere, quale messaggio volete lanciare ai lettori di Cherry Press?
Ascoltateci e fateci sapere se vi sentite anche voi un po' lupi mannari.
Intervista a cura di Barbara Scardilli