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David Capoccetti in "ERO 70" al Teatro Trastevere di Roma

Negli ‘anni 70 l’eroina riesce ad attecchire fino a cancellare una generazione. Gli elementi che favoriscono l’avanzare di questo fenomeno sono la diffusione incontrollata di pillole chimiche e psicofarmaci che vengono prescritti e distribuiti senza criterio, demonizzazione di hashish e marijuana, l’immissione sul mercato di questa nuova sostanza a prezzi vantaggiosi e lontana dai riflettori della legge. Nel 2019, si sta registrando una nuova ondata di eroina sul territorio italiano. Anche oggi questo avviene nel completo silenzio, mentre si demonizzano hashish e marijuana, si distribuiscono psicofarmaci senza criterio e pasticche e cocaina riempiono locali, uffici, strade. Nel 2016, su 268 morti per droga, se ne registrano 99 per eroina, nel 2017 su 294 vittime, se ne registrano 148.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Emanuele Bilotta, parte da questa riflessione: dall’urgenza di mostrare a più occhi possibili cosa è avvenuto cinquanta anni fa. Una storia che potrebbe essere raccontata da molte bocche degli occhi che la vivranno. Una storia che molte pelli sentiranno ancora vivida addosso. Ma, allo stesso tempo, una storia che si sta ripetendo, con il rischio di mietere le stesse vittime di allora. In scena, come menestrello, cantastorie e narratore, David Capoccetti (quest’anno ospite fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia con il docufilm Distanziati, di Stefano Calvagna) il quale, con l’ausilio di chitarra e armonica, porta il pubblico in un viaggio negli anni ‘70, partendo dalla musica e dai costumi dell’epoca, per arrivare al dramma silenzioso che ha distrutto intere generazioni.

C’è la storia del barcone sul Tevere, che nel 1970 ha dato il via al fenomeno droga in Italia, con controlli mirati a reperire e sequestrare quanto più hashish possibile, per poi scoprire, tre anni dopo che era un bluff costruito ad hoc dalla stampa dell’epoca. La storia delle anfetamine promosse come aiuto allo studio e al lavoro o come miracolose sostanze dimagranti. Ma c’è tempo anche per parlare di canapa e di comunismo, dell’America e delle sue contraddizioni, della Repubblica di Salò e delle scelte obbligate di un’Italia salvata dai suoi stessi errori.