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GASTON: intimo, raccolto, metropolitano questo “Cartoline”

Ep nuovo e silenzioso questo “Cartoline”, lavoro di fresca pubblicazione per GASTON che torna in scena dando ennesima corona al suo lungo peregrinare dentro la scena urban, hip hop e rap italiana. Ci scusiamo sempre nel fare un misto di generi anche se è vero che dentro lavori di questa portata la contaminazione e le tantissime sfumature sono linfa vitale di ogni angolo della scrittura e degli arrangiamenti. Ma su “Cartoline” si rendono visibili i silenzi metropolitani, con suoni che nascondono anche nature altre dal semplice mood metrico del rap. Nel bellissimo singolo di “Viale del tramonto” poi scopriamo un finale fusion coronato anche da un video davvero interessante e grasso di visioni poetiche. Ci piace questo passeggiare tra le nebbie di città, ci piace forse meno questa voce che si morde le labbra e si chiude troppo in se stessa, ci piace questo giocare con i colori accesi delle foto che un poco ci sviano dalla strada maestra. Che belle sensazioni di vita e di rincorse, ma che belle sensazioni di resilienza anche…

Una bella carriera, ancora giovane ma decisamente ricca di belle soddisfazioni. “Cartoline” in quale momento di questo percorso arriva?
Cartoline arriva ad aprile/maggio 2020 ma solo perché in quelle settimane ho scritto la titletrack che ha creato un filo conduttore tra canzoni già esistenti. Scrivo spesso e senza una finalità, anche cose molto diverse tra loro (vedi i singoli che in primavera/estate hanno anticipato l’uscita dell’ep). Purtroppo (o per fortuna) non potendo fare musica 24/7/365 non mi impongo nessuno schema. Sicuramente volevo evadere dalla logica del singolo sporadico e isolato. Mi piaceva l’idea di fare una pubblicazione più compatta. Ed ecco Cartoline.

Se dovessimo attenerci ai colori nostalgici di questi brani inediti ci viene da dire che questo è un lavoro di resilienza, di sofferenza… arriverà una rivoluzione?
La rivoluzione c’è già stata (e non è passata in tv :)). Come dicevo, molte di queste canzoni già esistevano da mesi, per non dire anni. Anche l’interludio che è stato prodotto per ultimo con l’idea di inserire un brano strumentale, contiene una frase di una canzone pubblicata nel 2015 (Per il resto, tutto bene). 
Posso dire che un anno fa il progetto era già pronto (magari si sarebbe chiamato in un altro modo e avrebbe contenuto canzoni che alla fine sono rimaste fuori). In ogni caso c’erano già i presupposti, era quasi tutto al suo posto, tranne me. Avevo perso stimoli e interessi così ho preferito concentrarmi sull’università per chiudere quel capitolo e tornare sulla musica con più leggerezza. Il tempo che è trascorso da allora ha fatto bene al progetto, ne è uscito rafforzato. Soprattutto il singolo Viale Del Tramonto, che nel frattempo è stato interamente risuonato da Luigi Grande e dalla sua super band. Quella pausa forzata è stata davvero importante col senno di poi. Ben vengano le crisi (personali) che per definizione già contengono il germe di una rivoluzione.

Nei colori delle foto allegate come la copertina invece le tinte sono accese e anzi sono sfacciatamente contrastanti con la nebbia che c’è dentro questa composizioni. Perché?
Le foto sono state l’ultimo tassello, scattate a fine estate da Angelo Iaia e Davide Ingrosso. Un’estate carica e spensierata come non mi succedeva da anni, nonostante la situazione generale. Il viaggio era appunto finito da un pezzo perciò hanno i colori del periodo che sto vivendo, un bel periodo.

Bellissimo il video di “Viale del tramonto”. Un’idea semplice… come nasce?
Federico Durante (che ha diretto il video) ha voluto riproporre un archetipo del cinema: due amanti che si separano, che si dicono addio, in perfetta sintonia con il testo del brano. Ama i piani sequenza che ha definito, parlando di questo video, “una coreografia dove ogni reparto della troupe conosce l'azione da svolgere e l'importanza del tempismo di ognuno”. L’originalità qui sta nell’uso del drone che corre sul molo mascherato da macchina da presa (ad altezza uomo, diciamo) per poi proseguire la corsa anche in mare: un colpo di scena tecnico e narrativo. Quando "sembra proprio la fine del mondo da qui”, in realtà non lo è. Il valore di questo video per me è inspiegabile, soprattutto perché ogni componente della troupe è mio amico e/o compaesano (è davvero "fatto in casa", in tutti i sensi). 
Una cosa, quest’ultima, che mi riempie d’orgoglio . Vuol dire che ci sono talento e risorse anche in un paesino piuttosto piccolo, tante. In particolare c’è Gabriele Vitale come direttore della fotografia (sono sicuro che sentirete presto parlare di lui) e Andrea Mangia (di A spasso col drone) che ha lavorato da vero maestro di questi “apparecchi volanti” così diffusi ma, nello stesso tempo, così oscuri se si tratta di usarli con professionalità come lui fa ogni giorno. Auguro a tutti di emergere nel loro campo.

Con un finale che spazia dentro una fusion inattesa e imprevedibile. Anche questo finale ci incuriosisce…
Per il finale dovreste parlare con Luigi Grande che è un musicista poliedrico e giovanissimo, l’unico musicista “studiato” (come diciamo noi) che ho intorno, e lì si sente. Ha coinvolto Gianmarco Caiaffa, Emanuele Naima e Fabio Chirizzi che hanno suonato da dio. A me piace sempre l’idea di rompere lo schema "strofa, rit, strofa, rit” e quando ho sentito la versione finale di Viale (nel progetto iniziale la canzone finiva sul ritornello, gli avevo chiesto solo di aggiungere un piccolo outro) sono rimasto senza parole. Mi hanno letteralmente rubato la scena. E va benissimo così.