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Helen: intervista alla giovane cantautrice valdostana


Helen, Eleonora Iamonte, nasce ad Aosta il 30 maggio 1998. Studia il francese sin dalle scuole elementari rimanendo affascinata dalla cultura e dalla lingua che utilizzerà nelle sue canzoni. Comincia a prendere lezioni di canto moderno all’età di 15 anni approfondendo in seguito gli studi presso l’Istituto Pareggiato Musicale della Valle d’Aosta dove prende parte, in qualità di allieva di canto lirico, a due Masterclass. Nel corso degli anni si esibisce in diversi live show locali accompagnandosi con chitarra, loop station, synth, campionatore e flauto traverso. Nel 2018, inizia il suo progetto solista pubblicando il suo primo singolo “Now I See” che anticipa la pubblicazione dell'EP “Helen” nel 2019 (prodotto da Simone Momo Riva – TdE ProductionZ). Nel corso del 2020 pubblica il secondo album "Clouds" scritto in collaborazione con Momo Riva che raccoglie tutti i singoli usciti nel 2019. 

“ARIA” è il nuovo album di HELEN, giovane cantautrice valdostana, accompagnato dal singolo “Ça Suffit”. 

L'INTERVISTA

Ciao Helen e benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Prima di tutto parliamo un po’ di te. Come ti sei avvicinata alla musica?
La mia passione per la musica nasce insieme a me, canto da quando ne ho memoria e non sono mai riuscita ad immaginare un mondo privo di suoni. Ho imparato fin da subito a cantare e a suonare piano e chitarra da autodidatta e all'età di 15 anni ho cominciato a studiare canto moderno approfondendo in seguito gli studi in qualità di allieva di canto lirico. In questi anni mi sono esibita in diversi live show utilizzando la loop station e il flauto traverso. 

Come nascono le tue canzoni?
Le mie canzoni nascono dalla necessità artistica di descrivere delle immagini relative alla realtà che mi circonda: la mia mente scatta delle fotografie che il mio animo ha l'esigenza di tradurre in musica utilizzando tutti gli strumenti a mia disposizione come fonte di ispirazione compositiva (basso, chitarra, pianoforte, synth, loop station e flauto traverso).

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Sono numerosi gli artisti con i quali sono cresciuta e che hanno inevitabilmente influenzato il mio stile. Tra questi posso citare Bjork, Joni Mitchell e Beck.

Puoi raccontarci com'è nato Aria, il tuo nuovo lavoro discografico?
“Aria” è un album che nasce dalla mia esigenza artistica di trattare tematiche riguardanti l'amore, la libertà, i sogni e di trasmettere positività e ottimismo attraverso la sperimentazione e la ricerca del suono. Ho scritto la maggior parte dei brani durante il lockdown, periodo in cui la situazione di difficoltà ha stimolato ulteriormente la mia necessità di creare. Ci terrei a sottolineare la collaborazione con Momo Riva (TdE ProductionZ) che è stato al mio fianco nella realizzazione di ogni brano, ha arrangiato, prodotto e suonato con me i pezzi dandomi sempre ottimi consigli.

In questo nuovo album hai messo in evidenza la sperimentazione e la ricerca del suono. Ce ne vuoi parlare…
Per valorizzare le tematiche sopra citate ho cercato di ricreare diversi sound spaziando dal mondo elettronico a quello acustico, unendo suoni e arrangiamenti trap con sonorità pop e lavorando moltissimo sui riverberi, sulle melodie e sulle armonie vocali. Ho pensato di accorpare tutti questi ingredienti per creare qualcosa di personale che mi rappresentasse al 100% sotto tutti gli aspetti complessi della mia personalità

C’è qualcosa in particolare che vuoi comunicare con i testi di Aria?
Con i testi di Aria ho semplicemente cercato di esprimere me stessa senza l'uso di filtri: mi piacerebbe suscitare nell'ascoltatore degli spunti di riflessione e una sensazione di benessere, speranza e ottimismo.

Perché hai scelto “Ça Suffit”, come singolo di lancio del nuovo disco?
Ho scelto “Ça Suffit” perché mi rappresenta sia per quanto riguarda il messaggio che racchiude, sia perché simboleggia per me una crescita artistica dal punto di vista sperimentale. Si tratta di un pezzo contro la violenza, tematica ricorrente nella storia dell'umanità e purtroppo rigorosamente attuale e nasce come grido di speranza per dire “basta” e porre fine ad essa in ogni sua forma.

Grazie per la disponibilità. Lascio a te qualche riga per lanciare un messaggio ai lettori di Cherry Press!
Grazie a voi! L'unico messaggio che vorrei lanciare, è quello di continuare a lottare per realizzare i propri sogni e per trovare la propria forma di espressione senza aver il timore di sbagliare, di infrangere le regole o di essere giudicati negativamente dagli altri. Come diceva Antoine de Saint-Exupery: “Creare forse significa sbagliare quel passo nella danza. Significa dare di traverso quel colpo di scalpello nella pietra.”

Intervista a cura di Barbara Scardilli