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Leotta: i “Passeggeri” di questa vita

 

Da “Londra” alle nostre città, dalle distanze sociali di questa pandemia ai suoni pop internazionali che mi fanno pensare sempre alle grandi evasioni di gusto e di moda. Lui è Leotta, voce del panorama indie pop italiano che s disco di stile inglese in questi suoni liquidi che mette in bella mostra dentro un’elettronica sempre rivolta alle nuove onde degli anni ’90. L’Italia ma anche tanto estero… “Passeggeri” è questo nuovo Ep del cantautore catanese, è questo nuovo volo a planare dentro le belle strutture della melodia italiana che strizza forte l’occhio alle grandi produzioni main stream.

Da luoghi di “approdo” mi immagino sempre tantissima contaminazione “altra”. Da te c’è che si superano i confini per approdare in Inghilterra prima di tutto. Cosa ne pensi?
La contaminazione mi ha sempre affascinato: è qualcosa di meraviglioso e inevitabile, che fa rivivere la bellezza di ogni luogo e di ogni attimo vissuto intensamente. "Londra" racconta una storia ambientata  in Inghilterra ma al di là del luogo c'è anche tanta Inghilterra anche nelle sonorità.

Ma anche tanto l'Italia...
L'Italia è la mia casa, la mia storia. Il cantautorato italiano, la ricchezza melodica di casa nostra sono un patrimonio inestimabile che va ricordato e tutelato.

“Passeggeri”, anche guardando questa immagine di copertina, mi richiama alla mente chi non ha responsabilità nel viaggio. Non sceglie… si gode soltanto l’attesa verso un arrivo. Sbaglio?
È vero, il passeggero non ha  responsabilità nel viaggio ma ha scelto di viaggiare e sa benissimo che il viaggio lo cambierà. 
Per quanto mi riguarda mi piace provare ad essere artefice del mio viaggio, scegliere la metà. A volte però dobbiamo fare i conti con delle deviazioni che possono cambiare il nostro di programma. Ma l'importante è viaggiare, per dirla con un brano di Battisti-Mogol, "rallentando per poi accelerare ".



Mi piace molto questa elettronica “antica”… e per tratti mi ricorda le tinte industriali dei Mokadelic… in sottofondo soprattutto…
È stata una scelta dettata dall'istinto, ma anche dalla ragione. Ho semplicemente ritenuto che quella elettronica fosse "l'abito" più adatto che potessero indossare i brani di questo EP.

In brani come “Ciao baby goodbye” gli anni ’80 sono sfacciati. Perché questo tempo dentro i tuoi brani?
Gli anni '80 pulsano dentro me! Sono molto legato a queste sonorità e penso che sia stato un periodo musicalmente ricchissimo. Magari porta bene...