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Evanicole: che bel pop d’amore adolescenziale

Che poi l’adolescente che è in noi non dovrebbe mai morire e anzi, si spera sempre che si resti eternamente bambini. Ed è questa la chiave di lettura in cui la maturità e la sensibilità di donna incontrano quel gusto pop di melodie efficaci. Evanicole sforna “Almeno come”, primo brano con cui fa un deciso passo pubblico verso la sua necessità di scrivere e di dare forma e sostanza alla sua creatività. E lo fa scegliendo una forma classica di musica leggera coniugata all’elettronica quotidiana, al pop della nuova scena indie… e lo fa anche con i colori accesi di un video di stile anni ’80 se non fosse per l’inevitabile qualità delle immagini. Bella prima mossa per Evanicole… che ora è pronta all’emancipazione che spero porterà solo e soltanto libertà infantile.

Partiamo dal titolo “Almeno come”… sembra quasi un invito o una speranza. “Almeno come”…? Cosa?
“È così bello che tu sappia almeno come raccontarti”. A volte idealizziamo chi abbiamo davanti, creandoci aspettative che, inevitabilmente, vengono deluse. Ma una volta caduti nella trappola è difficile uscirne, quindi ci accontentiamo della finzione che ci viene propinata piuttosto che compiere lo sforzo di girare I tacchi ed andar via.

Ma poi è quell’almeno che mi incuriosisce. Quasi una sorta di “accontentarsi”… eppure parli di passioni che non ci stanno ai compromessi…
Esattamente. Succede spesso di aver bisogno di staccare I piedi da terra ed a volte lo si fa attraverso le passioni; ma le passioni più viscerali risiedono nella maschera e non nella personalità dell'individuo con cui ci relazioniamo. Quindi, come si suol dire, decade il personaggio. E ci si accontenta.

Bello e pulito questo video. Come l’hai girato?
Grazie! Il regista, Manuel Guaglianone, ha pensato a tutto. Ha colto l'essenza del brano e lo ha trasformato in un lavoro colmo di simboli e significato. 

 
 La solitudine di questo tempo contro il sole e l’energia di questa canzone. In che modo sei stata condizionata? 
“Almeno come" l'ho scritta prima che succedesse questa solitudine collettiva. Sono contenta di averla scelta come primo singolo, mi sta sostenendo tanto restituendomi un po’ di colore a dispetto dell’angoscia scaturita da ciò che stiamo vivendo.

Scivolarci dentro… qualcosa, una vita, un amore, una distanza… la vita digitale che stiamo facendo eliminerà tutto questo anche?
Io mi auguro di no e so per certo che la mia generazione non lo permetterà.
Ho tanta fiducia in noi giovani: per quanto il virtuale possa ammaliarci ed ipnotizzarci, siamo tutti consapevoli del fatto che niente valga di più di guardarsi negli occhi. 
I social e derivati possono essere alleati estremamente utili, ma non sono in grado di restituire sostanza al vuoto che ci lasciano le persone dalle quali ci allontaniamo.
Siamo umani!