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Luciano Macchia Crooner: in Basilicata, un’estate, tra ska e antichi reperti



Si intitola “Un’estate che va” il nuovo disco di Luciano Macchia Crooner. Ecco spiegato il ricamo di questo titolo che in realtà ha tanto altro da raccontare. Lo ska è inevitabilmente una firma che, assieme a tutte le possibili classiche derive dello swing, rappresenta la forma canzone del buon Macchia detto Crooner. Ma i reperti sono il vero mistero della genesi: una notte d’estate, il ritorno al paese delle origini, una vecchia tastiera di almeno 30 anni prima. Appena due giorni e, grazie a questo “reperto”, si sono scritte le impalcature di quelle che oggi sono l’anima e la voce di questo disco da buon crooner di periferia. Un disco simpatico e intelligente, classico sotto molti punti di vista. E la pasta del suono avrebbe anche chiamato alla mente soluzioni più internazionali… ma anche qui, si torna al “paese di origine”, quello di quando eravamo ragazzini noi…

Nuovo disco e tante nuove sfumature. Ma prima di tutto dicci di questa tastiera che avevi da bambino…
Bhe… nasco fisarmonicista, ho iniziato lo studio della fisarmonica a 5 anni e contemporaneamente i miei genitori mi regalarono anche una tastiera per uno spettacolo teatrale che necessitava di un tastierista.

Ma appare sul disco? E come hai potuto scriverle da un simile reperto del passato?
La tastiera non appare sul disco, ma è soltanto servita per scrivere le canzoni… dato che nella casa dei miei genitori, in Basilicata, c’era solo questo “reperto archeologico”… forse lei (la tastiera) le aveva conservate per tutti questi anni (circa 24) ed ha voluto farmi un regalo. Per farla breve ho scritto le nove canzoni in poco più di 2 giorni.

Lo ska, la fusion dentro derive interessanti… tante contaminazioni ma anche tanta scuola classica non è così?
Si, credo profondamente che lo ska sia l’unico genere che possa racchiudere tutto ciò… aggiungerei anche un po’ di swing

E questa bellissima copertina… quante chiavi di lettura dentro…
La copertina è uno scatto di un fotografo Lucano che si chiama Francesco Rinaldi… appena gli ho rivelato il nome del disco mi ha detto: Ho la copertina giusta …. E in effetti è stato cosi!


Un disco che sembra avere tantissima malinconia dentro. Anche il tuo modo di cantare assai scuro, metropolitano… visioni di quartiere popolare se posso permettermi… che mi dici?
Ti dico che è tutto giusto, L’estate che va non è solo riferita alla stagione… ma anche agli anni che passano, i treni presi, persi e da prendere...

Dal vivo? Che estate ci racconti?
Dal vivo lo spettacolo è propriamente da “crooner”. Tante canzoni vecchie di Carosone, Modugno insieme alle mie vecchie canzoni allegre e nuove malinconiche, ma tutto sempre in chiave ska.