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Marcello Capozzi: ecco la prima stagione di “Offshore”


Da un titolo simile potremmo attenderci un appuntamento televisivo o simili. E invece parliamo di musica, un nuovo progetto firmato dal cantautore napoletano, autore e produttore che vede nella deriva della vita il vero significato e il vero senso del tutto. O almeno questa è la chiave di lettura che tanto ci piace ascoltando questi suoni che cercano anch’essi la deriva dentro uno stilema indie-pop industriale. I primi 3 brani, la prima stagione, i primi video in rete che ovviamente restituiamo di seguito. Ennesima testimonianza di quanto la musica torna a far riflettere, stuzzica l’immaginario con un forte peso visionario, poetico e quotidiano.
 
I primi 3 singoli della prima stagione. Tutto questo perché oggi va di moda anche la forma “serie tv”?
Credo che “Offshore” rappresenti una proposta discografica ancor più enfatica di un "concept album" usuale,perciò mi interessava ispirarmi a modalità di racconto esterne all'ambito musicale. Avevo una storia che volevo sviluppare sulla lunga distanza, giocare sulle modalità comunicative della "serie tv" mi è parso intrigante. Nelle fasi di transizione culturale (in questo caso, la rivoluzione digitale) si ripropone la consueta querelle tra apocalittici e integrati, tra coloro che rifiutano una nuova tecnologia e quelli che accettano di buon grado il nuovo strumento espressivo. Offshore è una sorta di apocalittico integrato, un punto di raccordo tra vecchio e nuovo. Con il percorso di uscite progressive, enfatizza il frammento episodico (tipico del contemporaneo); ma, elaborando una narrazione unitaria in modalità seriale, difende a spada tratta l'idea tradizionale di album discografico (inteso come unità organica di brani).
 
Per parafrasare la traduzione di questo titolo: al largo di cosa? Da cosa ti stai o ci stiamo allontanando?
Certamente ci si allontana dal contesto ambientale natìo. Ma Offshore è soprattutto un movimento-verso l'ampiezza, giocato a un livello sempre più alto. Si inizia dall'abbandono della provincia di un paese marginale, come l'Italia, per approdare e giocarsi la faccia in una capitale mondiale come Londra. Nel Regno Unito accadranno poi delle cose (seconda stagione) che ci spingeranno a mutare direzione e a proseguire in un cammino di connessione verso la vastità. Il progetto del disco nasce dal desiderio di attraversare le potenzialità drammatiche della vita contemporanea in società, ma senza restarne avvinghiati o vinti. L'intenzione era andare oltre, nella consapevolezza che la vita in società non è l'unica dimensione attraverso la quale esperiamo il nostro stare al mondo.
 
Ed è un moto di deriva? Almeno questo mi arriva dal suono di questi primi “episodi”…
È un moto che fortifica (la prima stagione è un vigoroso approdo). I suoni nel disco muteranno tanto: deriva e approdo a un certo punto diventano indistinguibili. Alla fine della storia potremo forse dire che si tratta di una deriva che il personaggio protagonista ha l'abilità di farci apparire come un meraviglioso approdo. Ma dovrete seguirci nelle prossime stagioni per verificare.
 
Quanto c’è di biografico dentro “Offshore”?
Tutto, nella prima stagione. Poco (spero), in quelle successive, visto che ci si troverà di fronte a fenomeni legati al terrorismo internazionale. Al personaggio protagonista ho però affidato il mio sguardo sulle cose, la mia visione del mondo.
 
Ed è bellissima questa copertina… ce la racconti?
Durante mesi di costanti telefonate e scambi di email sul progetto, a un certo punto Jessica Lagatta mi ha detto di trovarsi in un periodo in cui stava studiando il cosiddetto "murmuration", e che tale associazione poteva funzionare per la copertina (e l'intero progetto grafico). Jessica suggeriva: lo stormo di uccelli si muove, muta, cambia forma; si sposta in diversi territori, comunica a se stesso; canta; si trova in una dimensione non terrena; può arrivare offshore. Tale suggerimento ci ha fatto svoltare definitivamente, permettendo di lavorare su un piano concreto e astratto al tempo stesso, districandoci bene tra le stratificazioni di significato disseminate nel disco. Mettendo insieme le varie facciate del progetto grafico, si evince che lo stormo appare da una nuvola nera e sparisce in un'altra nuvola nera. Quelle nuvole sono come buchi neri interni al nostro pianeta. L'immagine è di grandissima suggestione ed è perfettamente calzante alla narrazione del disco nel suo insieme. Splendidamente illustrata a mano.