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I Malati Immaginari: il nuovo singolo è “Bambola Parlante”


Un duo davvero interessante che mescola la liquidità del pop digitale di oggi alle forme ricercate della scena internazionale. Chitarra, sintetizzatori, effetti e una sezione di drumming acustica. Sono I Malati Immaginari, moniker emblematico per questo tempo storto che stiamo attraversando ed è proprio dalle ceneri della pandemia che nasce l’idea del progetto tutto abruzzese che ad oggi, nonostante il periodo, ha accumulato numerosi concerti in tutta Italia anche ad aperture di nomi assai noti della scena indie. Un focus su questo nuovo singolo che porta la voce di un primo disco di inediti in arrivo nei prossimi mesi.

Nuovo singolo, ormai rodato da un po’… ma soprattutto siamo vicini al disco d’esordio vero?
Sì, ormai "Bambola Parlante" appartiene al 2021, così come il nostro “Non Passa +". Due singoli che ci hanno portato tanta fortuna e che ci hanno catapultato su oltre 40 palchi da giugno a dicembre. A breve, invece, rilasceremo il primo disco "Schiena Contro Schiena", un EP di cinque brani realizzati nelle session dei primi due singoli, registrati presso L'Arte dei Rumori Studio a Napoli. Metteremo così il punto alla nostra prima fase di attività. 

“Bambola parlante”… brano d’amore dai tanti e diversi piani di lettura. Però mi piace l’idea della bambola che oggi richiama alla mente tantissime cose. Perché una bambola ragazzi?
Vero, un brano d'amore, per chi lo vuole leggere in questo modo. Noi raccontiamo i rapporti umani, di qualsiasi natura. "Bambola" è una canzone di rinascita, di risveglio, è la liberazione dalle catene che ci legano a persone che dietro la maschera dell'amore in realtà hanno intenzioni distruttive. E la bambola, oggetto inanimato nell'immaginario comune, non ha sensibilità. Spesso è fatta di materiali scadenti, destinata a una infanzia usa e getta, di cui non rimane traccia nemmeno nei ricordi. La nostra bambola, invece, parla, urla, si dispera. E nel videoclip promozionale tutto ciò è evidente. Ma una volta libera, la bambola vola in alto. A noi piace paragonare la nostra "storia" musicale alla bambola della canzone. O meglio, il nostro risveglio o liberazione sono solo merito dei Malati e della nostra musica. È da quando suoniamo insieme che la nostra vita gira nel senso giusto… 

In questa settimana di Sanremo ovviamente non possiamo non chiedervi la vostra opinione… di sicuro il vostro pop non ci starebbe male e di sicuro c’è tantissima musica che puntualmente viene ignorata dal grande sistema. Cosa ci dite?
Innanzitutto, ti ringraziamo per aver accostato la nostra musica a un palco talmente prestigioso. Ma noi siamo persone comuni e con i piedi per terra, e come ogni italiano guardiamo Sanremo per cento motivi diversi, anche per far polemica, certo. Noi non pensiamo al "grande sistema" quando facciamo musica, suoniamo e ci divertiamo in modo naturale, e i risultati arrivano quando lavori bene. Poi è chiaro, quale musicista italiano almeno una volta nella sua vita non ha sognato l'Ariston a occhi aperti? Ora, se vogliamo parlare di musica ignorata dai piani alti, la storia è piena di grandi artisti vilipesi in vita e poi glorificati post mortem. Si pensi al genio assoluto Van Gogh, oppure, rimanendo al rock, Adrian Borland dei The Sound. Noi guardiamo a noi e basta. La nostra musica ci fa star bene, e quando fa star bene anche chi la ascolta è lì che abbiamo svolto il nostro compito di musicisti. 

I tanti live portati a casa in qualche modo sta disegnando il nuovo suono e le nuove scritture? 
Ovvio. La vita è una continua osmosi, e noi assorbiamo tantissimo. Amiamo l'on the road, è il nostro habitat naturale. Da ottobre abbiamo avuto l'onore di aprire i live di Pierpaolo Capovilla, Omar Pedrini, Lorenzo Kruger, Dandy Bestia, Lassociazione, Olly degli Shandon e altri. Con ognuno abbiamo condiviso ore di conversazione, ristorante, albergo e buona compagnia. Abbiamo ricevuto tanti consigli e insegnamenti in questi mesi da nomi che hanno fatto la storia del rock italiano, è chiaro che hanno influenzato il nostro approccio alla musica e continueranno a influenzarlo, anche perché con molti di loro siamo rimasti in contatto. Siamo cresciuti con i dischi di Capovilla, Pedrini e Skiantos, ovvio che ogni momento trascorso con loro occupa un posto d'onore nei nostri cuori. 

Immagino che si sta pensando già ad un prossimo futuro. La prima grande differenza che vorrete sviluppare nel vostro mondo musicale? Se c’è ovviamente…
Abbiamo tanti discorsi aperti su quale direzione prendere in futuro, ma c'è già una palese differenza tra il nostro suono in disco e il suono live. Il distanziamento sociale imposto dall'emergenza sanitaria ha di fatto ridotto lo spazio materiale per la musica live. La band deve occupare poco spazio. Quindi la batteria ha lasciato spazio a un meraviglioso cajon e un set di percussioni, la strumentazione synth è stata ridotta e abbiamo inserito una loop station per "ingrossare" il suono dal vivo, rimanendo sempre solo in due e senza utilizzare basi o sequenze. Sicuramente questo approccio sarà la differenza più evidente tra I Malati Immaginari del futuro e quelli di "Schiena Contro Schiena".