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Dragoni: inciampano dentro le proprie fessure


Ci piaceva questo titolo ampiamente ispirato dal suono di questo lavoro che sembra fatto di veri e propri tagli all’intonaco perfetto della scena quotidiana. Un suono leggero, sospeso, americano dentro un folk che si affida alle liriche in italiano, con questo mix di voce che rimanda a visioni di realtà lontane. Dragoni è il moniker di un progetto che nasce proprio dall’ispirazione della solitudine, dentro le trame di grandi dischi folk a ripetizione, grazie alla collaborazione con il produttore Lorenzo BITW. Un disco come “Incagli” merita una pausa dentro la frenesia del tempo moderno, per quanto anche lui, il disco ed il suono, cercano di non restare indietro con i ritmi moderni…

Il velato folk apolide dentro i modi italiani. Il suono acustico che incontra l’elettronica. Un misto di tanti ingredienti. Alla fine secondo te cosa ne è venuto fuori?
Credo che siamo riusciti a mettere insieme in modo organico il suono acustico con qualche accenno di elettronica. Spero che sia venuto fuori un disco sincero.
 
L’incontro con Lorenzo BITW… che storia è stata? E che matrimonio artistico è nato?
Ci siamo incontrati tramite un amico in comune qualche anno fa. Gli ho fatto ascoltare delle demo che avevo registrato per avere una sua opinione e da lì e nata l'idea di provare a registrarle insieme. Penso che sia stata un'esperienza stimolante per entrambi - tutti e due ci siamo dovuti confrontare con generi musicali e sonorità differenti da quelli a cui siamo abituati - uscire un po' dalla confort zone.
 
Alla fine “Incagli” ti somiglia? Somiglia all’idea che ne avevi o che era nata strada facendo?
Alcune tracce hanno preso una strada che inizialmente non avevo immaginato. Per esempio, "Graminacee" è stata scritta su chitarra acustica. Solo dopo aver iniziato a registrare altre tracce, mi è venuto in mente che poteva avere un suono differente, più "synth pop". Nel complesso però penso che il disco mi somigli e contiene molti riferimenti ad artisti che mi hanno influenzato nel corso degli anni.
 
Che poi dichiari di parlarci della leggerezza, del lasciarsi gli ostacoli alle spalle, di liberarsi… eppure il disco lo titolo “Incagli” che mi parla di tutt’altro, almeno questo credo io…
Per essere leggeri bisogna liberarsi di un po' di pesi.
 
Esiste una dimensione di questo suono che somiglia allo shoegaze… e qui arriviamo in Inghilterra. Cosa ne pensi?
Questa domanda la prendo come un complimento. In passato, a un certo punto mi ero messo in testa di fare un disco shoegaze sullo stile dei My Bloody Valentine con cantato in italiano, ma con la stessa stratificazione sonora, con muri di chitarre. Avevo anche registrato qualche demo, ma poi ho lasciato perdere perché senza una vera e propria band quel suono mi sembrava forzato e raffazzonato.