Giovanna Turi è una cantautrice bolognese. Riconosciuta come la cantante dalle sue mani inconfondibili e dalla sua voce calda e graffiante. È diventata nel 2019 con le sue canzoni fortemente dedicate alle donne, il simbolo dell’emancipazione femminile denunciando la violenza contro le donne e contro l’omofobia con i brani : “Solo una donna” e “Un amore non è mai uguale”.
In questa intervista la cantautrice bolognese ci racconta il suo ultimo singolo “La vita è pazzesca”
Ciao Giovanna, benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
Ciao! Mi definiscono la Fenice di Bologna e sono una cantautrice. Ho iniziato a cantare che ero davvero molto piccola, avevo 5 anni. Quando sono diventata adulta ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni.
Ciao! Mi definiscono la Fenice di Bologna e sono una cantautrice. Ho iniziato a cantare che ero davvero molto piccola, avevo 5 anni. Quando sono diventata adulta ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Da piccola, a casa mia si ascoltava Mina, Patti Pravo, Whitney Houston e tanti altri. Ognuno di loro ha influenzato il mio modo di cantare e di scrivere.
Da piccola, a casa mia si ascoltava Mina, Patti Pravo, Whitney Houston e tanti altri. Ognuno di loro ha influenzato il mio modo di cantare e di scrivere.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Coraggiosa, sincera e reale.
Coraggiosa, sincera e reale.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo "La vita è pazzesca"?
In fondo al tunnel c’è sempre la luce, non si può tornare indietro ma dobbiamo andare avanti senza paure e pregiudizi, la vita è pazzesca ed è nata dopo il mio incidente stradale e dall’incontro con uno speaker disabile che mi intervistò.
In fondo al tunnel c’è sempre la luce, non si può tornare indietro ma dobbiamo andare avanti senza paure e pregiudizi, la vita è pazzesca ed è nata dopo il mio incidente stradale e dall’incontro con uno speaker disabile che mi intervistò.
Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Perché continuo a mettermi il nastro isolante alle mani? Perché identifico la mia identità scenica.
Perché continuo a mettermi il nastro isolante alle mani? Perché identifico la mia identità scenica.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Ricordarsi che la vita è un dono. anche nelle situazioni più disperate ricordiamoci sempre che la vita è unica, viviamola senza paura.
Ricordarsi che la vita è un dono. anche nelle situazioni più disperate ricordiamoci sempre che la vita è unica, viviamola senza paura.