Si intitola “liverWRHS” il nuovo lavoro appena presentato
da Cristiano Pucci: un live di otto canzoni che riassume bene il percorso fatto
fin qui dal musicista toscano, trapiantato a Londra con successo e intriso di
atmosfere glam rock. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Il liveWRHS rappresenta la sintesi di mesi di lavoro sia a livello stilistico che espressivo. Avevo bisogno di uno strumento che sollecitasse le agenzie di booking ed è nata un’operazione promozionale che tuttora sto portando avanti. Non lo considero un semplice live ma un’esperienza che mi ha permesso di catturare tutto il mio potenziale dal vivo. Chiaramente avere continuità nel promuovere questi tipi contenuti non è semplice ma alla fine ne vale la pena. Adesso ci sono tutti requisiti per creare qualcosa di concreto.
Una situazione molto vintage dove la strumentazione analogica, tra un’inquadratura e l’altra, faceva intravedere i muri in tufo di una location che risale al 1400.Il live in sé è andato benissimo; pochissimi errori, un carico di energia rock notevole e intorno a noi tutto il calore della crew della Rue Music Records. Tutto quello che avevamo provato in remoto durante l’estate si è automaticamente concretizzato nei tre giorni chiusi in studio alla Tana Del Bianconiglio. Un buffet, qualche birra e lo spettacolo è decollato. È stata un’esperienza bellissima.
Secondo Spotify “THE DISTANCE IN BETWEEN” è il pezzo più ascoltato di questo album ma per me ogni canzone di questo live racchiude in sé un significato profondo.” ALL THE POWER OF DESIRE “insieme a “RUSH” non sono da sottovalutare ma in definitiva “WORKING CLASS HERO” è il pezzo più importante perché riflette in pieno la mia personalità.
A volte mi sento molto Jimi Hendrix, non per la tecnica ma per il sound minimale e psichedelico. Nel modo di vestire sono a mio agio con il Glam dei T.Rex, Placebo e Rolling Stones ma tendenzialmente ho un’attitudine GRUNGE molto Nirvana. Kurt Cobain amava molto i BEATLES come del resto mi sembra una sintesi perfetta. (PS: AMO I DEPECHE MODE.)
Domanda molto complicata. In Inghilterra mi muovo molto in acustico; mi piace provare pezzi dal vivo da me per capire chi sono veramente senza entrare in uno stato band dove siamo in più di uno a decidere. In Italia qualcosa si sta muovendo ma niente di concreto. Al momento sto promuovendo il social e cerco di sviluppare la mia personalità anche in posti piccolissimi dove posso trovare quell’intimità che mi aiuta a crescere. Tutto è possibile forse questa è l’estate buona per l’Italia.