Monteclarense
di origine, classe 1983, vive da circa vent’anni a Torino. Nel 2016 fonda
l’agenzia editoriale e letteraria EditReal. Editor, ghostwriter e
organizzatrice di eventi letterari, nel 2020 apre e cura una mostra d’arte
contemporanea a Torino dal titolo “Carne e Sensi”. Nel 2021 riceve il premio
come “Miglior editor d’Italia”. Picasso – La mala arte è il suo primo
libro con La Corte Editore, in tutte le librerie dal 7 aprile 2023.
Michela, parlaci del tuo amore per la scrittura: come e quando hai
deciso di diventare agente letterario, editor e scrittrice?
Ero molto piccola quando decisi che un giorno avrei lavorato “con i
libri”, qualsiasi cosa volesse dire. Sfumata l’idea di fare la ballerina, un
pomeriggio mia zia mi portò in visita a casa di una signora. Poteva avere
sessant’anni e una brutta malattia l’avrebbe resa del tutto cieca nel giro di
pochi anni. Non ricordo la sua occupazione prima della pensione, ma aveva
strettamente a che fare con i libri. Il suo appartamento era stracolmo di
volumi, alcuni giganti: gli occhi di un bambino vedono tutto più grande, un po’
come i banchi di scuola che quando li rivedi da adulto sembrano fin troppo
piccini. Comunque, tornando a noi, viveva sola, non aveva marito, e un grosso
gatto grigio sonnecchiava accanto a lei sul tavolo di lettura; i suoi occhiali
erano spessi un dito e si aiutava ulteriormente con l’utilizzo di una lente
d’ingrandimento. Ricordo bene la frustrazione e il dolore contenuto in una
frase, che per me fu illuminante: «Io leggo libri, libri veri! Non posso non
leggere!» e nel frattempo sottolineava un’enciclopedia, forse una Treccani.
Quindi, eccomi qua: vivo da sola, ho una casa piena di libri e un
gatto che sonnecchia sulla mia scrivania. Avevo sei, massimo sette anni.
Quali scrittori hanno ispirato il tuo percorso?
Direi tutti. Ho trovato bellezza in ogni opera, ho sottolineato frasi
e parole, cercato vocaboli, ho spaziato in un giorno solo tra saggi e romanzi,
manga e letteratura: gli scrittori hanno segnato ogni istante della mia vita e
continuano a farlo. Ammetto, però, che per Picasso -La mala arte (La
Corte Editore) mi sono ispirata a Petacco e Bellonci.
“PICASSO – La Mala Arte” è il tuo nuovo libro. Qual è stato l’input
che ti ha spinto a scriverlo?
Un insieme di cose. La mia famiglia, che ringrazio ogni giorno, mi ha
spinta fin dalla tenera età ad apprezzare molte cose, ma alla fine, tirando le
somme, ho capito di avere quattro grandi passioni: la letteratura, l’arte,
l’opera lirica e teologia. Un giorno, ormai lontano, l’editore Gianni La Corte,
a conoscenza di questa mia passione per l’arte, mi ricorda che l’anno
successivo sarebbe stato il cinquantesimo anniversario dalla morte di Picasso.
Quattro chiacchiere, una stretta di mano e qualche firma hanno dato inizio al
lavoro e Picasso – La mala arte è nato!
Quanto tempo hai impiegato a scrivere la storia?
A scriverla non troppo, è stato il lavoro di ricerca a “uccidermi” nel
vero senso della parola. Ma se non fosse stato per il mai dimenticato e ancora
amatissimo Carlo F. De Filippis, Adriana
Angoletta, Athena Barbera, Giulio Pisano, Joseph Tomassini, Sandra Moretti,
Federico Ghirardi, Giovanna Burzio e Gianni La Corte, il lavoro di ricerca
sarebbe stato ancora più arduo, anche perché le opere erano tutte in lingue
diverse; è stato difficile.
Qual è il tuo motto o una frase che rappresenta la tua vita?
“Quando gli altri vanno a dormire, io continuo a lavorare”. Sono
malata di lavoro al punto che mi faccio seguire da uno specialista. Però,
voglio aggiungere una cosa: sono circondata e supportata da professionisti che
stimo e che amo: senza i miei colleghi e senza le collaborazioni niente sarebbe
possibile.
Qualche anticipazione per i tuoi prossimi lavori e impegni?
Tante, tante, tante novità grazie ai nostri autori e più uscite
firmate Michela Tanfoglio. Finché avrò notti a disposizione farò ciò che più
amo: lavorare.