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CABle21: intervista alla band per l'uscita di "Simbolatria" il nuovo album

 

"Simbolatria" è il titolo del nuovo album dei CABle21, esperta band genovese capace di lavorare e scrivere anche a distanza. In un'aura post punk, la band suona canzoni spesso oscure ma sempre ricche di sostanza. Li abbiamo intervistati.
 
Ciao, che cosa significa CABle21?
I CaBle21 sono Gazza (chitarre e tastiere), Zilva (basso e mixing) e Orlenz (voce e tastiere). Io (Orlenz) e Gazza avevamo una band, i CAB (Coscienza Al Bando). Quando suonavamo c‘era grande energia e una comunicazione estremamente intensa. Il nome attuale si riferisce a quell‘esperienza (CAB), la elle e la e stanno per last edition e 21 è l‘anno in cui abbiamo ricominciato. 
 
Lavorate a distanza: molto difficoltoso oppure basta farci l’abitudine?
Lavorare a distanza significa non essere fisicamente in contatto. La musica è anche fisicità e questo ci manca. Però quando ci scambiamo i file c’è tempo per provare, ragionar. Puoi scegliere tu il momento in cui suonare e questo è un vantaggio. Questo è al momento il nostro modo di fare musica e quello che produciamo ci convince e ci emoziona.
 
Quali sono i temi centrali che avete affrontato in questo album?
Noi abbiamo un taglio sociale, io (Orlenz) e Gazza ci conosciamo fin da bambini e già allora volevamo comprendere quello che ci succedeva attorno. Adesso cerchiamo di dare suoni e parole a ciò che pensiamo di aver capito. Quello che ci guida sono le emozioni che ci determinano come esseri umani. Il filo tenue tra quello che percepiamo come positivo e negativo, cosa è nascosto tra le pieghe delle verità ufficiali, una sorta di controinformazione musicale.
 
Come è stato il processo di scrittura per "Simbolatria"?
Gazza oppure io abbiamo un’idea, può essere un riff o un testo e ci scambiamo i file finché non siamo convinti di quello che è uscito. Poi lo sottoponiamo a Zilva che aggiunge, commenta e critica e si occupa del mixing, suonando qualche volta il basso.
 
Ci sono state influenze musicali specifiche che hanno contribuito allo sviluppo di questo album?
Sicuramente nei suoni si ritrovano gli ascolti che abbiamo fatto in tutti questi anni. Veniamo dal cosiddetto post-punk, siamo degli ascoltatori attenti e siamo pieni di musica che rimastichiamo secondo il nostro sentire, cercando di trovare una certa originalità.
 
Qual è la vostra canzone preferita di "Simbolatria"?
Credo che ognuno di noi darebbe una risposta diversa. L’album è omogeneo, nel senso che non abbiamo un pezzo forte ed altri che servono a riempire. A me piace il messaggio di “Censimento del tempo”, perché la nostra vita affonda sempre più in un’orgia di archiviazione e documentazione che rendono il vissuto un’esperienza burocratica e non più emotiva.