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Elisabetta Arpellino: conoscere e riconoscersi “Anita”

 

Un dualismo di personalità ma anche di storia semplice, quella di una maschera, quella di ognuno di noi che misura con un “altro” la propria normalità. Racchiuso questo in un suono dolcissimo, evocativo e semplice di acustiche e voci dal forte potere cinematica. Si torna alla semplicità con “Anita”, un lavoro firmato dalla giovanissima cantautrice astigiana Elisabetta Arpellino. Chissà che non sia proprio questo il nuovo futuro…
 
Oggi si procede per Ep. La tua scelta che ragione sottende? Insomma perché non un disco intero…?
La motivazione è molto semplice, volevo raccontare una storia e questa storia si articolava in queste cinque canzoni, se ne potevano mettere altre? Si ma credo si sarebbe perso il filo del discorso, alle volte è vero il troppo stroppia (si dice così no?), ma a parte questo, in queste cinque canzoni c’erano cinque significati potenti che insieme formavano la storia di Anita, per cui è venuto da se far uscire un Ep.
 
E come vedi questa gratuità del mercato digitale a cui tutti ormai accediamo?
Da un lato è una grandissima risorsa perchè possiamo avere tutta la musica a portata di un clic, e tutto questo ti permette dia coprire tantissima nuova musica che magari prima era molto più difficile da reperire; allo stesso tempo a livello economico sicuramente non si può più pensare id guadagnare con l’uscita di un disco o di un singolo. Come ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro.
 
L’amore con gli altri o prima l’amore con se stessi?
Per me prima l’amore verso se stessi, perché se non ti ami come puoi pensare che qualcun altro lo faccia al posto tuo?!?

 

E poi la dolcezza di questo suono che in fondo sembra riportarci indietro nel tempo… e per te nel passato cosa c’è?
Nel passato c’è il presente e c’è il futuro, per me senza passato non potremmo esistere noi siamo quel che siamo per le scelte prese nel passato, per ciò che abbiamo vissuto nel passato. Io poi sono una nostalgica di indole e mi aggrappo sempre al passato. E poi io amo la storia, ho sempre amato studiare storia, satira della filosofia, storia della letteratura, storia dell’arte, per non parlare di quanti volumi di storia della musica io abbia letto in questi anni. Io sono terribilmente affezionata al passato perchè credo ci aiuti a comprendere il presente e a pensare al futuro.

 

Se ti chiedessi di riportare Anita con te nel passato, dove la porteresti?
Domanda molto difficile. Forse la riporterei alla sua infanzia, perché l’innocenza di quei giorni le possa ricordare che basta davvero poco per essere felici, e poi perché la libertà dei bambini è qualcosa che secondo me va conservata anche in età adulta. O forse semplicemente perchè nell’infanzia non sappiamo cosa sia davvero il dolore e un ginocchio sbucciato ci sembra la cosa peggiore che ci possa capitare.