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Mike Orange presenta il suo nuovo album 'Sensibile': un viaggio nella sua anima musicale


Mike Orange ha pubblicato di recente il suo nuovo album: "Sensibile". Un disco da cantautore pop che non nasconde le proprie esperienze personali e che usa tutta la propria "sensibilità" nei suoi brani. Gli abbiamo rivolto qualche domanda
 
Come descriveresti l'evoluzione della tua musica dai tuoi esordi fino a “Sensibile"?
Credo ci sia un bel salto di qualità. Rispetto ad Arancio, il mio primo EP, è tutto molto più a fuoco, le canzoni sono meglio assortite, ho lavorato tanto sugli arrangiamenti e ho studiato tanto per capire come creare qualcosa che piacesse per primo a me e poi da proporre in giro. L’ossatura delle canzoni rimane sempre quella di voce e chitarra ma mi sono molto divertito a cercare nuove strade e nuove melodie da proporre. 

In "Sensibile" ci sono riferimenti alle tue esperienze personali? Puoi darci qualche esempio?
In generale credo che se non ci metti te stesso in quello che scrivi poi alla fine risulti un po’ di maniera, poco autentico. La musica bella è quella in cui ti riconosci, come in uno specchio. Quindi quando scrivo parto sempre da me per poi far viaggiare la fantasia. Esempi? La traccia di apertura (Rivolta) l’ho scritta davvero quando avevo deciso di fare questo disco e coglie proprio il momento in cui dici: cosa faccio? E ci vado al parco per rilassarmi e fermare i pensieri negativi, come nella canzone. E la Escort di mio padre esisteva davvero. Sono arrivato al punto in cui credo che mettere se’ stessi in una cosa artistica può aiutarti a focalizzare meglio quello che vuoi dire

In che modo le esperienze vissute nella provincia si riflettono nelle tue canzoni e nelle tue storie?
Devo dirti che sono in un momento della vita dove la provincia la vedo brutta, ripetitiva e soffocante. Sicuramente sono legato alle persone perché è importante avere delle persone con cui stare, al di là del luogo dove vivi. La “mia” provincia è legata al fatto che puoi fare le cose anche seguendo binari non convenzionali. Fare un disco si può fare autoprodotto, fare un concerto si può fare ovunque, fare cultura vuol dire mettersi in prima linea contro l’imbruttimento e la mediocrità. Non è proprio legata alle canzoni, ma è il modo di fare le cose che mi influenza in questo senso.

Qual è stata la canzone più divertente o emozionante da registrare per l'album?
Registrare “Piedi” è stato molto divertente, ci abbiamo messo un milione e mezzo di strumentini (ovetti, diamonica, altre cose così). Sembravamo pazzi ma ridevamo un sacco mentre lo facevamo, era uno spazio creativo completamente libero e anarchico. La canzone più emozionante invece è “Cose che volevo dirti”, è l’ultima canzone che ho finito prima di andare a registrare questo disco e sentirla crescere in quel modo mi ha fatto venire dentro una cosa incredibile

E invece qual è la canzone di "Sensibile" che senti più vicina al tuo cuore e perché?
Però così è come scegliere se vuoi più bene alla mamma o al papà! Cerco di risponderti già sapendo che cambierò idea tra una decina di giorni. Scelgo “Escort” racconta di un momento di leggerezza, un periodo di scoperte e tanti bei ricordi di quando ero più o meno senza troppi pensieri. Ho raccontato quella cosa con nostalgia, anche se vivere di rimpianti in realtà non è una cosa che mi appartiene.
Grazie dell’intervista, alla prossima!