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Raesta: intervista al cantautore pugliese per il nuovo EP "Fuoco di Paglia"


"Fuoco di Paglia" è il nuovo ep del cantautore pugliese, ma residente a Roma, Raesta: alla prima esperienza da solista, il musicista colpisce per la capacità di scrivere in modo pop ma senza perdere il contatto con la realtà che ha attorno. Lo abbiamo intervistato. 

Ciao Raesta, ci racconti che momento è questo nella tua vita artistica?
Ciao. Dopo quasi due anni di lavoro silenzioso, questo è un momento in cui sto alzando il volume su ciò che continua da un po’ di anni: la mia personale ricerca sulla maniera di intendere e proporre il messaggio artistico. In tutti i suoi aspetti. È sicuramente un momento esaltante ma anche ricco di concentrazione e perizia.

Sei arrivato all’esordio su ep da solista dopo alcune esperienze in band e in duo. Perché hai deciso di metterti in proprio ora?
Escludendo le esperienze in band che ritengo appartengano ad un momento di formazione nell’ambito di questo mondo in cui non esistono “reali scuole” e “reali maestri”, il passaggio dal duo con i raestavinvè al progetto raesta viene fuori da un bisogno di “dire tutto” senza troppi compromessi. Ovviamente meno il progetto viene condiviso da più parti dalle fasi iniziali, alla scrittura del brano sino poi alla sponsorizzazione, più si corre il rischio di piacere a sempre meno persone perché il carattere individuale, se non con poche eccezioni, finisce per arrivare meno alla gente. Tuttavia il desiderio di dare voce a istanze molto personali mi ha fatto prendere questa decisione. La mia attività in duo però non è terminata. Semplicemente per un po’ rimandata.

E’ stato complicato realizzare “Fuoco di Paglia”?
Per quanto i brani suonino “freschi e briosi” (merito di Michele Guberti e Manuele Fusaroli del Natural Head Quarter Studio) questi pezzi sono densi di significato per me e hanno subito un lungo processo. In alcuni casi (“E se fossi tu”, “Andrea”, “Ragazzi marsigliesi”) c’è stata una precedente pre-produzione e produzione presso Gli Artigiani Studio di Formello con Maurizio Loffredo, storico produttore e oggi caro amico. Quindi c’è tanto lavoro sì. Inoltre per alcune sfortunate casualità non ho potuto beneficiare di alcun contributo o fondo (Nuova Imaie, PugliaSound o LazioSound). Quindi anche questo ha reso tutto più difficile. Ma eccomi qua. Ci siamo e sono contentissimo!

Qual è il brano a cui sei più legato?
In realtà tutti parlano di aspetti differenti della mia vita. Potendo scegliere tra diversi pezzi sono arrivato a questi cinque brani perché tutti fondamentali per un mio “primo battesimo artistico”. Tra tutti quello che “chiude un cerchio” più ampio è “pop-corn”. Si poggia su un giro di chitarra che ha più di dieci anni, ma il suo testo è nato meno di un anno fa. È silenzioso ma ricco di messaggi che ritengo abbiano una sorta di maturità artistica ma soprattutto personale.

Che parere hai sulla musica italiana di oggi?
Credo ci siano realtà molto interessanti nel panorama Underground e Cantautorale. Non seguo troppo quel filone di produzione che passa dai grandi contenitori televisivi, soprattutto ultimamente e che finisce nelle radio principali. Questo so che non è del tutto positivo perché mi fa perdere la consapevolezza delle tendenze che vanno per la maggiore in Italia. C’è un modo di scrivere i pezzi che tuttavia mi pare sempre più standardizzato nei suoi “nuovi canoni”, complice “l’utilizzo di Autori” che temo siano troppo sfruttati in un certo senso. Cerco piuttosto di seguire quello che mi piace, che mi cattura. Che viene dalle proposte Spotify, da YouTube, da radio straniere tipo la web radio francese FIP, o una web radio di Lisbona, dagli artisti di cui scelgo di assistere ad un concerto.

Che progetti hai per i prossimi mesi?
Portare in più realtà possibili questo “Fuoco di paglia” nella speranza di accendere un sempre maggiore interesse che mi possa dare voglia e mezzi per continuare a scrivere nuove canzoni. Al momento mi occuperò della sponsorizzazione, che è una fase fondamentale per un progetto, nella preparazione di uno spettacolo, in acustico o in band, e un occhio a quella che sarà la scelta relativa alla selezione e alla produzione dei prossimi brani sperando che arrivi il più presto possibile un Album.