Il testo trasmette un messaggio di consapevolezza che non è legato a un controllo spasmodico sulla vita o alla conformità a credenze obsolete, ma piuttosto alla ricerca di una conoscenza profonda e necessaria di sé stessi. La cantautrice offre un invito a comprenderne la complessità, suggerendo che le risposte non siano mai univoche e che l'equilibrio non significhi necessariamente trovare una stabilità immutabile, ma anche imparare a "galleggiare" tra le sfide della vita.
Il brano esplora la minuziosità delle esperienze quotidiane e la necessità di allargare la prospettiva, suggerendo che guardare le cose da lontano può portare a una maggiore chiarezza e riflessione. Vienna sottolinea l'importanza di oscillare tra una profonda introspezione e un costante confronto con il mondo esterno come chiave per la comprensione di sé e degli altri.
Il brano esplora la minuziosità delle esperienze quotidiane e la necessità di allargare la prospettiva, suggerendo che guardare le cose da lontano può portare a una maggiore chiarezza e riflessione. Vienna sottolinea l'importanza di oscillare tra una profonda introspezione e un costante confronto con il mondo esterno come chiave per la comprensione di sé e degli altri.
Ciao, benvenuta sulle pagine di Cherry
Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
Ciao ragazzi, è un piacere essere sulle vostre pagine!
Mi sono avvicinata alla musica da piccola. Anche se è iniziato tutto con la scrittura di testi, racconti, poesie. La scrittura è sempre stata per me un rifugio, uno sfogo e un modo per rileggermi e conoscermi.
La musica è arrivata poco dopo, grazie alla “stanza del piano” a casa di mia nonna: letteralmente una stanza piccolissima con un pianoforte a muro antico e scordato che però mi ha permesso di scrivere le prime canzoni (ancora oggi ne scrivo lì).
Con il tempo ho studiato canto e pianoforte, e la scrittura è rimasta il centro della mia vita lavorativa e personale.
Ciao ragazzi, è un piacere essere sulle vostre pagine!
Mi sono avvicinata alla musica da piccola. Anche se è iniziato tutto con la scrittura di testi, racconti, poesie. La scrittura è sempre stata per me un rifugio, uno sfogo e un modo per rileggermi e conoscermi.
La musica è arrivata poco dopo, grazie alla “stanza del piano” a casa di mia nonna: letteralmente una stanza piccolissima con un pianoforte a muro antico e scordato che però mi ha permesso di scrivere le prime canzoni (ancora oggi ne scrivo lì).
Con il tempo ho studiato canto e pianoforte, e la scrittura è rimasta il centro della mia vita lavorativa e personale.
Quali artisti hanno influenzato
maggiormente il tuo stile?
La prima artista che devo citare è sicuramente Elisa. Con le sue canzoni, sin da piccola, mi ha presa per mano rispondendo in maniera figurata alla mia esigenza di scrivere canzoni e personificando la mia idea di cantautrice. In altre parole, avrei voluto essere come lei.
Nel tempo ho avuto molti periodi che mi hanno influenzata dal punto di vista della scrittura, in cui mi sono avvicinata ad artisti a cui devo molto come Levante, Madame, Billie Eilish, Venerus.
Poi ovviamente non posso non citare la mia tripletta preferita del cantautorato italiano: Baglioni, Battiato, Battisti, anche in ordine alfabetico.
La prima artista che devo citare è sicuramente Elisa. Con le sue canzoni, sin da piccola, mi ha presa per mano rispondendo in maniera figurata alla mia esigenza di scrivere canzoni e personificando la mia idea di cantautrice. In altre parole, avrei voluto essere come lei.
Nel tempo ho avuto molti periodi che mi hanno influenzata dal punto di vista della scrittura, in cui mi sono avvicinata ad artisti a cui devo molto come Levante, Madame, Billie Eilish, Venerus.
Poi ovviamente non posso non citare la mia tripletta preferita del cantautorato italiano: Baglioni, Battiato, Battisti, anche in ordine alfabetico.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Difficile definire la propria musica, quindi mi baso sui propositi che ho nel momento in cui scrivo e allo stesso tempo sulle conferme che negli anni ho ricevuto dall’esterno.
Quindi tirando le somme direi intima, psicologico-meditativa ed empatica.
Sento la necessità di sfornare qualcosa che faccia pensare e che raggiunga un punto dello stomaco che contiene pensieri difficili da ignorare, una musica che ti capisca, che sia invadente in senso positivo. Spero di riuscirci.
Difficile definire la propria musica, quindi mi baso sui propositi che ho nel momento in cui scrivo e allo stesso tempo sulle conferme che negli anni ho ricevuto dall’esterno.
Quindi tirando le somme direi intima, psicologico-meditativa ed empatica.
Sento la necessità di sfornare qualcosa che faccia pensare e che raggiunga un punto dello stomaco che contiene pensieri difficili da ignorare, una musica che ti capisca, che sia invadente in senso positivo. Spero di riuscirci.
Quale messaggio vuoi comunicare con il
tuo nuovo singolo?
“Dire Bene e Dire Male” nella sua semplicità racchiude molti messaggi. È il primo brano che ho scritto in un momento di “risveglio”. Parla di incomunicabilità con se stessi e con gli altri, di prospettive e di respiro.
L’ho scritta in un periodo in cui cercavo l’equilibrio ed ho capito che non era importante essere estremamente centrati, ma provare a galleggiare consapevolmente. Insomma, ho capito che se volevo risposte e reazioni diverse da parte mia, dovevo cambiare prospettiva e modo di porre le domande, ed ha funzionato.
Da questo brano è iniziato un percorso che difficilmente avrà una fine, altrimenti verrebbe meno il concetto stesso di evoluzione personale, ma è questo il bello.
Arrendersi al fatto di scoprire ogni giorno un dettaglio di se stessi, accettandolo senza tentare di combatterlo per forza, abbandonando un senso di controllo eccessivo che non fa bene a nessuno.
“Dire Bene e Dire Male” nella sua semplicità racchiude molti messaggi. È il primo brano che ho scritto in un momento di “risveglio”. Parla di incomunicabilità con se stessi e con gli altri, di prospettive e di respiro.
L’ho scritta in un periodo in cui cercavo l’equilibrio ed ho capito che non era importante essere estremamente centrati, ma provare a galleggiare consapevolmente. Insomma, ho capito che se volevo risposte e reazioni diverse da parte mia, dovevo cambiare prospettiva e modo di porre le domande, ed ha funzionato.
Da questo brano è iniziato un percorso che difficilmente avrà una fine, altrimenti verrebbe meno il concetto stesso di evoluzione personale, ma è questo il bello.
Arrendersi al fatto di scoprire ogni giorno un dettaglio di se stessi, accettandolo senza tentare di combatterlo per forza, abbandonando un senso di controllo eccessivo che non fa bene a nessuno.
Adesso è arrivato il momento per porti da
sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto
rispondere.
Non nego che ci ho pensato molto. Penso che nessuno mi abbia mai chiesto cosa avrei fatto se non avessi intrapreso questa strada.
Con molta fierezza dico che sicuramente avrei fatto la psicoterapeuta.
Non nego che ci ho pensato molto. Penso che nessuno mi abbia mai chiesto cosa avrei fatto se non avessi intrapreso questa strada.
Con molta fierezza dico che sicuramente avrei fatto la psicoterapeuta.
Per concludere, quale messaggio vuoi
lanciare ai lettori di Cherry Press?
Innanzitutto vi ringrazio per questa intervista! Ai vostri lettori vorrei dire di non avere timore di scoprirsi ogni giorno e che a volte scendere più a fondo è la chiave per una consapevolezza complessa ma necessaria.
E come ultima cosa, di non andare sempre contro il fluire degli eventi; delle volte la sofferenza deriva proprio dal nostro forzare delle cose verso una precisa direzione che magari non è la più giusta per noi.
Forse è un messaggio un po’ troppo profondo, ma ogni tanto ci sta! A prestissimo!
Innanzitutto vi ringrazio per questa intervista! Ai vostri lettori vorrei dire di non avere timore di scoprirsi ogni giorno e che a volte scendere più a fondo è la chiave per una consapevolezza complessa ma necessaria.
E come ultima cosa, di non andare sempre contro il fluire degli eventi; delle volte la sofferenza deriva proprio dal nostro forzare delle cose verso una precisa direzione che magari non è la più giusta per noi.
Forse è un messaggio un po’ troppo profondo, ma ogni tanto ci sta! A prestissimo!