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Intervista al cantautore toscano Rickson per il singolo "Luce"

 

Con "Luce", il cantautore toscano Rickson apre la promozione de "La macchina del tempo", il suo nuovo album in arrivo il 28 giugno. Gli abbiamo rivolto qualche domanda. 
 
Ciao, ci racconti come ti sei avvicinato alla musica per la prima volta?
Il mio primo ricordo per quanto riguarda la musica ce l’ho quando da piccolo viaggiavo in macchina con i miei genitori, ascoltavano Battisti e i Beatles. Da quel momento ho iniziato ad apprezzare la musica. Ho iniziato a suonare e prendere lezioni di pianoforte a 6/7 anni ma lasciai dopo qualche mese perché come capita spesso il metodo di insegnamento non è dei migliori e non era adatto a me. Poi all’età di 13 anni ho iniziato a suonare il basso da autodidatta in una band. Da lì ho iniziato a suonare un pò di tutto e non ho mai smesso.
 
Raccontaci come nasce “Luce”, il tuo nuovo singolo
Luce è la prima canzone che ho scritto per questo disco. Avevo bene in mente quale doveva essere il mood generale a livello di suoni, melodie e parole. Luce è l’inizio,  la prima canzone che rappresentava proprio il mondo che volevo raccontare. Quel riff iniziale è fatto con una chitarra particolare, una Rickenbacker 12 corde. Diciamo che da quel suono parte tutto.
Per quanto riguarda la scrittura del testo, nasce dopo un momento di intimità. Era un periodo in cui le cose non andavano benissimo ma c’era la voglia di poter trovare una soluzione per continuare. In camera da letto l’unica luce accesa era una abat-jour che avevamo anche coperto perché illuminava troppo la stanza, e mentre guardavo nel muro le ombre delle mani della ragazza che era al mio fianco, ho pensato a scrivere la canzone.
Quel periodo difficile l’ho paragonato alla luce che era nascosta ma che comunque riusciva a creare delle ombre, questo mi aveva dato speranza e l’ispirazione per scrivere.
 
Il 28 giugno esce “La macchina del tempo”, il tuo nuovo disco: ci puoi anticipare qualcosa in merito?
E’ un disco a cui ho lavorato molto negli ultimi anni. Per me è stato un periodo di crescita personale e artistica. Contiene  12 canzoni in cui ho cercato di raccontare come vedo le cose che mi circondano, come percepisco le emozioni. Cerco sempre di trovare soluzioni, di vedere la luce in fondo al tunnel passando per la strada più lunga, spesso la più difficile piena di delusioni e problemi, che però alla fine mi porta a stare bene. Musicalmente sarà un bel viaggio con diverse sfumature in cui ho cercato di racchiudere tutte le mie influenze musicali che partono dagli anni 60 e arrivano fino ad oggi.
 
Hai mai suonato dal vivo? Se sì, qual è stata l'esperienza più memorabile?
Si suono da quando avevo 13 anni. Ho suonato molto in posti piccoli ma anche in club aprendo concerti di artisti più famosi, ma direi che l’esperienza più significativa per me è quando per la prima volta ho suonato le mie canzoni da solo accompagnandomi con la chitarra in un teatro.
 
C'è un artista con cui sogni di collaborare in futuro?
Ce ne sono molti con cui mi piacerebbe collaborare, rimanendo in italia posso dire che ci sono molti artisti più o meno famosi che apprezzo. Se devo dire un nome in questo momento mi viene in mente Francesco Bianconi dei Baustelle, Mi piace molto il suo modo di scrivere e di vedere la musica in generale.