Siamo entusiasti di presentare Lopez, un giovane artista che sta facendo il suo ingresso nel panorama musicale con il nuovo singolo “Un gioco ben studiato”. In questa intervista, Lopez ci racconta del suo primo approccio alla musica, iniziato all'età di otto anni con il pianoforte, e delle influenze che hanno plasmato il suo stile, da Ed Sheeran a Enrico Nigiotti.
Il suo brano affronta
tematiche difficili con leggerezza, invitando gli ascoltatori a riflettere su
situazioni complesse. Lopez sottolinea l'importanza di essere sinceri e
semplici, sia nella musica che nella vita, e condivide il suo processo
creativo, che spesso inizia da un titolo. Scopri di più su di lui e il suo
messaggio nella nostra esclusiva intervista!
Ciao Lopez, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci
un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Il primo “contatto” con la musica risale a quando avevo circa otto anni, quando per qualche motivo mi sono interessato al pianoforte, ma non saprei dire neanche perché. Tuttavia, solo col tempo è diventata per me qualcosa di più di un semplice hobby, e, ad oggi, anche solo pensare alla musica come un’opportunità per esprimermi, piuttosto che una passione da tenere per me stesso, mi rende sempre molto felice.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Difficile a dirsi in realtà, ho sempre ascoltato musica inglese, fin da quando ero piccolo, per cui i miei contatti con la musica italiana sono piuttosto recenti a confronto, tuttavia lo stile che uso per la mia musica è sicuramente molto diverso dalla musica che normalmente ascolto, e penso che questo sia curioso a modo suo, in ogni caso se dovessi citarne alcuni, direi Ed Sheeran, Passenger, Lewis Capaldi, ma anche artisti italiani come Enrico Nigiotti. Magari non mi avranno influenzato nella musica o nel sound, ma nella testa sicuramente sì.
Il primo “contatto” con la musica risale a quando avevo circa otto anni, quando per qualche motivo mi sono interessato al pianoforte, ma non saprei dire neanche perché. Tuttavia, solo col tempo è diventata per me qualcosa di più di un semplice hobby, e, ad oggi, anche solo pensare alla musica come un’opportunità per esprimermi, piuttosto che una passione da tenere per me stesso, mi rende sempre molto felice.
Difficile a dirsi in realtà, ho sempre ascoltato musica inglese, fin da quando ero piccolo, per cui i miei contatti con la musica italiana sono piuttosto recenti a confronto, tuttavia lo stile che uso per la mia musica è sicuramente molto diverso dalla musica che normalmente ascolto, e penso che questo sia curioso a modo suo, in ogni caso se dovessi citarne alcuni, direi Ed Sheeran, Passenger, Lewis Capaldi, ma anche artisti italiani come Enrico Nigiotti. Magari non mi avranno influenzato nella musica o nel sound, ma nella testa sicuramente sì.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Leggera, Semplice, Sincera.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Il messaggio vuole essere quello di affrontare delle situazioni difficili anche con una nota di leggerezza, non ha la pretesa di cambiare la visione della gente su un argomento che poi è molto spinoso, tuttavia vuole offrire una prospettiva diversa, e anche far riflettere chi si trova in certe situazioni, e soprattutto chi c’è dentro e non lo sa.
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Purtroppo, la gente non si fa mai i fatti suoi, quindi è difficile anche farsi una domanda diversa…ma tralasciando gli scherzi, sembra banale, ma nessuno mi ha mai chiesto da dove parto per scrivere le mie canzoni, ebbene… dal titolo, dalle due o tre parole del titolo.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Dall’alto dei miei non molti anni mi sento di poter dire davvero poco, però un messaggio ce l’ho: Siate persone sincere, semplici, nella musica e nella vita… i personaggi lasciamoli alla televisione.