Sulle pagine di Cherry Press, oggi abbiamo il piacere di intervistare Prezioso, artista che con il suo nuovo singolo "Puoi chiamarlo amore" invita a riflettere sulla bellezza e sulla profondità delle emozioni che caratterizzano ogni relazione. Il brano si fa portavoce di un messaggio di autenticità, un invito a non essere superficiali, a vivere appieno i piccoli momenti e ad accettare anche le difficoltà che l’amore può portare con sé.
Ciao Prezioso, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Il primo mio avvicinamento è stato a 12 anni con lo studio del pianoforte, lì ho iniziato a toccare con mano la musica a capirne quanto fosse fondamentale rimane a contatto con lei.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Sono cresciuto ascoltando cantanti, cantautori italiani ed internazionali, coloro che hanno fatto la storia della musica: Renato Zero, Claudio Baglioni, Michael Jackson , Alex Baroni, Phil Collins e tanti altri.
Ma attualmente l’artista che sento molto vicino artisticamente è ULTIMO.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Sincera, spontanea, profonda.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Di non essere superficiali soprattutto nell’amore ; godiamoci i piccoli momenti , le emozioni che viviamo con una determinata persona e soprattutto accettiamo anche il dolore.
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
La domanda che mi farei da solo è: “ Che ruolo ha la musica nella tua vita? “ La musica nella mia vita è indispensabile , magari sarò anche banale con questa risposta ma, mi ha aiutato in tempi bui ad affrontare ed accettare dolori che la vita mi metteva davanti.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Ai lettori di Cherry Press dico semplicemente di lavorare sodo per i propri obiettivi , di non mollare nei momenti difficili e siate sempre umili, perché l’umiltà ripaga e ci rende speciali. Concludo con questa frase : " Rendete sempre orgoglioso il bambino che è in voi " .