Torna in studio e da alla luce un disco che più di prima attinge ad un passato generazionale, ad un benessere spirituale e a quel momento di entusiasmo libero e leggero, anche frutto di una libera contaminazione. L’Italia degli anni ’80 e ’90 chiudeva un cerchio e l’elettronica ci faceva sentire più aderenti ad uno scenario internazionale che invece ha sempre corso venti anni più veloce di noi. San Diego torna con un disco dal titolo “Ù” in cui afferma e dimostra di cercare un suono leggero, liriche e melodie che possano restituire bellezza di sentimenti e di passioni. Quel mood elettro-pop molto retrò, soluzioni surfing che rimandano all’estati balneari della provincia italiana, che inevitabilmente, per alcuni aspetti, richiama le mode dei Righeira e quell’italianità di una generazione davvero importante per le nostre radici. Gira anche questo video ufficiale del singolo “Ondaverde”, altra sfacciata manifestazione di una penna ricca di preziosa nostalgia.
Un nuovo disco. Il secondo. Il disco della conferma, della crescita o della rivoluzione?
Rivoluzione sicuramente no, è una parola troppo grossa, anche perché volevo volutamente mantenere alcuni stilemi del disco precedente, che danno comunque un'identità al progetto, e che anche più banalmente, mi piacciono.
Crescita e conferma può darsi, sicuramente mi sento ancora all'inizio di un percorso, ma per adesso mi ritengo abbastanza soddisfatto.
Tantissima aria, spazi aperti, un mood sognante in questa che a tutti gli effetti richiama la bellissima New Wave italiana degli anni ’80. Perché questi riferimenti? Quali sono le origini della tua ispirazione?
In realtà non ho riferimenti precisi, il mio obbiettivo è di creare qualcosa che non esiste e che mi piacerebbe sentire. D ascoltatore non ho un genere preferito, ma ovviamente anche un minimo suono -anche non musicale- può influenzarmi e ispirarmi.
Elettronica. Un elemento determinante per la tua musica. Senza elettronica che faccia avrebbe il tuo suono e la tua scrittura?
Probabilmente non esisterebbe il progetto, o sicuramente sarebbe una cosa totalmente diversa. Rispetto al primo disco però ho provato a mischiarla anche con strumenti e suoni più "caldi", tipo in ABBRACCIONE. Quello che per me è importante (e difficile, visto che suona quasi come un ossimoro) è mischiare suoni aperti e sognanti con il groove, a prescindere da come lo si faccia.
Parli tantissimo di benessere come target spirituale che speri arrivi al tuo pubblico. Cosa intendi di preciso?
Di base vorrei che l'ascolto sia piacevole, ma nello stesso tempo non facile, che stimoli il più possibile un pensiero, che dia degli spunti. Anche questa certamente è un'impresa ardua, ma ci provo.
Quanto è importante per te il passato? E che rapporto hai con il tempo?
Il passato è una componente fondamentale per poter ricominciare, che è quello che mi interessa davvero, sempre. Ci sono tante fasi della vita in cui ritengo sia necessario rinascere, ma per farlo devi tenere presente cos'è successo prima, che sembra quasi un gioco di parole.
Cosa cercavi da questo secondo disco?
Cercavo di proporre gli elementi che più mi piacciono e che credo mi caratterizzino di più, ma ovviamente non volevo fare un disco uguale a quello prima, quindi ho provato a cambiare un po' le carte in tavola e a sperimentare su una base che già esisteva.