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Laín: lentamente come clessidra a tempo folk


Siamo dentro le trame del bellissimo folk americano di larghe vedute, dentro aperture in maggiore traghettati dai suoni puliti, precisi ai propri doveri, senza ridondanze e dai passaggi lineari e precisi. Siamo dentro la musica di Laín, al secolo Leonardo Guarracino, che approderà in autunno a questo nuovo disco dal titolo “Line of light” anticipato fin da ora da due singoli che troviamo disponibili dentro i consueti canali digitali. Tempo lento di una clessidra, tempo di ritrovarsi e di ritrovare spazi e significati, verità e radici. Se stessi, l’amore e la semplicità del tutto diviene salvifico. “Hourglasses”, questo il titolo del secondo estratto, conferma il gusto e la ragione che si ha di attendere con i giusti proposito questo disco a cui, dopo questi primi ascolti, chiediamo davvero tanto.

Un progetto che arriva a noi un pizzico alla volta. Partiamo dal moniker: Laìn cosa significa? 
Scelsi di chiamarmi così, approfittando dell’assonanza col mio nome, per omaggiare uno degli scrittori che amo di più: Carlos Ruiz Zafon. 
Ne “l’ombra del vento” c’è un personaggio misterioso che si fa chiamare Laín Coubert, con cui ho qualcosa in comune.

Eccoci con un nuovo singolo. Dalla “polvere” alla “clessidra”. Che rapporto hai con il tempo che cade lento?
Ne sono ossessionato, ma proprio per questo estremamente cosciente. 
Con le parole e la musica ho l’impressione di rallentarlo, dilatarlo, quasi fermarlo per qualche minuto. Penso e vivo i brani come delle stanze in cui torno a vivere momenti e persone andati via. Il rovescio della medaglia è che non sempre si desidera tornare al momento che associ ad un brano e quindi l’interpretazione ne risente.

Che poi la “polvere” sembra accomunare le due cose ci hai fatto caso? È un caso?
Ci ho pensato vedendo le due canzoni “da sole” sul profilo Spotify, ma per il resto i due brani sono molto distanti tra loro, per toni, messaggio, genere, periodo, ecc. 
Mi sono divertito a nascondere riferimenti e collegamenti tra le tracce, ma in questo caso non è stato volontario.

E questo disco “Line of light” che arriverà in autunno… che suono custodirà? Dal titolo penso ad un’intimità che di quando in quando si concederà delle aperture di aria e di spazi aperti…
Non ti sbagli, è un disco molto introspettivo. Avrà un sound americano, che si ispira agli anni ‘90 del rock e quindi alla musica con cui siamo cresciuti sia io che i produttori.

Il video di “Hourglass”?
Per questo singolo ho deciso, in accordo con la mia label, di tentare una strada meno “visiva”, un ritorno all’ascolto, in controtendenza rispetto al momento storico. Quindi non ci sarà un videoclip. Lasceremo spazio all’immaginazione, un po’ come succede con i libri