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Fiorenza Pistocchi: "La passione per la scrittura deriva dall'amore per la lettura". L'intervista


Lambrate, periferia di Milano. Il corpo di una donna viene trovato sotto il viadotto della tangenziale. Inizia un’inchiesta lunga e problematica dalla quale faticano a emergere i moventi dell’assassinio. Fra un sopralluogo, un interrogatorio e una perquisizione, il commissario Perego si imbatte nell’inatteso: la giovane Linette, che sta tentando di imbastire una vita normale dopo vicende di droga e prostituzione. Il suo passato e ciò che si percepisce di lei però non combaciano, gli occhi trasparenti e l’attenzione per gli altri raccontano di una storia che ha preso una via sbagliata. Diego Perego ne resterà irretito, soprattutto quando la fragilità di lei si esprimerà in premonizioni e intuizioni imprevedibili. Il tocco misterioso del piccolo angelo accompagneranno le vicende alla soluzione.


Dalla penna di Fiorenza Pistocchi nasce una nuova protagonista. Con il talento che le è proprio di restituire l’umanità e le atmosfere delle situazioni, la scrittrice affronta la metropoli, le sue inquietudini e la molteplicità delle sue relazioni. Con Linette, complessa e fuori dall’ordinario, l’autrice regala ai suoi lettori una guida sensibile che avvince e scompagina le carte dei luoghi comuni.

La redazione di Cherry Press ha intervistato la scrittrice per voi, per saperne di più del nuovo romanzo giallo/noir "Il tocco del piccolo angelo" e tanto altro.

Ciao Fiorenza e benvenuta su Cherry Press. Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? 
La passione per la scrittura deriva dall'amore per la lettura. La lettura permette di "vivere più vite, non solo la propria", come sosteneva Umberto Eco. Quando si legge molto è inevitabile, prima o poi, essere tentati dalla scrittura. Nel momento in cui ho deciso di fare questo passo mi sono orientata sulla scrittura di romanzi gialli, un genere che continua ad attirare i lettori e che mi è sempre piaciuto molto. Così è iniziata questa avventura, con la pubblicazione di alcuni gialli ambientati in Liguria, la mia terra d'origine e che poi è proseguita, perché mi sono talmente appassionata a questa attività che ora non posso stare senza progettare storie, romanzi e racconti.

In passato hai scritto pubblicazioni per bambini a carattere didattico per Signorelli, Juvenilia, DeAgostini, Atlas. Che differenze ci sono nello scrivere libri per ragazzi e per adulti?
La didattica è molto diversa dalla narrativa. Ho scritto anche qualche storia per bambini, nel 2000 Einaudi Scuola ha pubblicato "Superlupo", la storia di un lupo buono che acquista i superpoteri quando mangia la pizza e così aiuta chi si trova in difficoltà. Comunque, quando si scrive per bambini e ragazzi si deve prestare attenzione al linguaggio, che deve essere semplice e chiaro, così come devono essere facilmente comprensibili le storie. Invece la scrittura per gli adulti permette molta più libertà, sia nello stile, sia nella trama. Non tornerei più a scrivere per i bambini, anche se ho ancora qualche racconto per loro nel cassetto.

A settembre del 2018 è uscito il tuo primo romanzo a sfondo storico: Il cuore tenace della lavanda, ambientato negli anni della Prima Guerra Mondiale (Neos Edizioni) e a novembre del 2019 è stato stampato il secondo, I colori del buio (Neos Edizioni), ambientato a Pioltello tra il 1943 e il 1945. Ce ne vuoi parlare.
"Il cuore tenace della lavanda" racconta la storia di una ragazzina che da un paese di montagna del Piemonte, va a fare la bracciante per raccogliere la lavanda al Colle di Nava, al confine con la Liguria. Nel romanzo, che segue la sua vita dal 1914 al 1920, racconto della Prima Guerra Mondiale, prendo in esame anche il problema del lavoro minorile femminile, il più sfruttato, e la vicenda dell'emancipazione di questa ragazza, che abbandona la montagna e va a lavorare a Sanremo in un grande albergo, dove incontrerà donne che la faranno riflettere sul proprio valore e dove incontrerà l'amore.

"I colori del buio" è ambientato a Pioltello, nell'est milanese, la città dove vivo e dove, dal 1943 al 1945 transitavano i treni dei deportati, usciti dal binario 21 della stazione Centrale di Milano, diretti ai campi di concentramento. Nella piccola stazione ferroviaria il capostazione e i suoi figli si accorgono di quello che sta succedendo e, quando i deportati, non solo ebrei, ma anche antifascisti, gettano dei biglietti con dei messaggi dalle feritoie dei carri bestiame, decidono di recapitarli alle famiglie. Da quel momento si sviluppa tutta la storia, che si conclude con il ritorno di un deportato che va a raccontare alla protagonista quello che era accaduto.    

La tua ultima opera è il romanzo giallo/noir “Il tocco del piccolo angelo” per Neos Edizioni. Dove hai trovato l’ispirazione per questo libro?
Ho assistito, nel cortile del carcere di San Vittore, a una sfilata di giovani detenute, che indossavano i turbanti prodotti da loro per le donne dell'Istituto dei Tumori di Milano. Erano giovani, carine, mi sono trovata a immaginare quale poteva essere stata la loro vita prima del carcere. Nel frattempo una mia amica ha iniziato a lavorare come massoterapista. Ho messo insieme le due cose per creare il personaggio di Linette, la protagonista femminile. Davvero non posso dire di più perché in un romanzo giallo/noir è vietato "spoilerare".

Cosa vuoi trasmettere ai lettori con il tuo nuovo romanzo?
Il messaggio è che anche nelle situazioni più difficili si può coltivare la speranza. E che, naturalmente, come in ogni giallo che si rispetti, chi compie un delitto sarà smascherato

Da quale idea nasce la copertina del libro?
Il merito di questa bella copertina va tutto all'editore Silvia Maria Ramasso, che ha scovato nel web un murales, forse haitiano, che riproduce quasi esattamente le sembianze di Linette, la protagonista femminile. Se si fa attenzione, nel murales si vede anche un piccolo angelo, un segno del destino...


Stai lavorando su dei nuovi progetti in questo momento?
Sto pensando a un sequel del piccolo angelo, con Linette e il commissario Diego Perego alle prese con un nuovo delitto. Ma anche a un altro progetto: un romanzo storico, che però possa essere letto anche come se fosse un giallo...