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“Grazie Turing” è il nuovo album di Renato Caruso. L’intervista


È disponibile in digitale “GRAZIE TURING” il nuovo album “solo guitar” di RENATO CARUSO, distribuito da Believe.
Il disco composto da Renato Caruso e registrato presso Armonia Studio di Diego Di Lana, prodotto e arrangiato da Pino Di Pietro e missato e masterizzato da Pino Di Pietro e Vinx Lacerenza presso Pro Music Tool Box. La cover dell’album è impreziosita dall’opera “THINK DIFFERENT” dell’artista GIUSEPPE VENEZIANO, uno dei massimi esponenti della "New Pop" italiana. 

La nostra intervista a Renato Caruso. Buona lettura.

Ciao Renato, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! “Grazie Turing” è il tuo nuovo album “solo guitar”, un omaggio ad una delle più grandi figure del '900. Ce ne vuoi parlare?
Ho un background scientifico e una laurea in informatica e da ciò nasce il mio amore per Turing, cioè colui che ha scoperto anzi ha ideato il primo computer. Lo studio da quando mi sono iscritto all’università, più che la programmazione mi piaceva la storia dell’informatica e la filosofia che ci sta dietro. Ed ecco che vent’anni dopo ho dedicato il disco ad una figura davvero importante della nostra società, che tutti dovrebbero studiare e conoscere. Divulgare e comunicare sono le parole del millennio. 

Come è avvenuta la scelta della cover del disco?
Il messaggio è quello della rivoluzione, come Alan Turing rivoluzionò l’informatica o meglio la inventò (l’informatica prima non esisteva, c’era solamente matematica e fisica), mentre Steve Jobs rivoluzionò il concetto di informatica o meglio del digitale, cioè colui che porta a casa nostra i computer. Steve Jobs capì che era importante avere una macchina personale (prima Home Computer poi Personal Computer) per poter fare non solo calcoli, ma anche giocare, suonare, fare arte e far tutto ciò che ha a che fare con la creatività. La figura di Steve Jobs dà un messaggio molto importante; inoltre, per Alan Turing la mela rappresenta la fine della sua discesa sulla terra, morì proprio con una mela avvelenata. Forse si dice che il simbolo della Apple provenga proprio da questa storia anche se Steve Jobs negò sempre questa versione. L’opera è del pittore Giuseppe Veneziano.

Il disco è la colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura di “# DIESIS O HASHTAG?”. Ci racconti il percorso emotivo e di ricerca che ti ha portato alla stesura del libro?
È la mia doppia anima, sono cresciuto in una stanza di libri e strumenti. Mio padre insegna filosofia e suonava la chitarra per passione, quindi mi sono nutrito di tutto ciò.
Il libro parla di due ragazzi che si incontrano e che spesso discutono sulla vita, ma, essendo uno un musicista e l’altro un fisico, si confrontano sulle due discipline che apparentemente sembrano lontane ma in realtà trovano sempre un punto di convergenza. Si parla di aneddoti sulla musica, storie di matematica, filosofia e tante altre sfaccettatura che la musica e la scienza nasconde.

Ogni libro è un viaggio tra le pagine, come definiresti questo tuo nuovo viaggio? 
E’ un viaggio interstellare, tra la scienza e la musica.

“La Tela di Godel” è il primo singolo estratto dal tuo nuovo disco. Come è nato e come è avvenuta la scelta del titolo? 
Sicuramente è un’idea originale che non fa dimenticare che Turing fece degli esperimenti grazie al lavoro che svolto in precedenza da Godel. Quest’ultimo, matematico del 1900, fece capire che la matematica non era una scienza esatta e che c’erano ancora delle cose da capire, non tutto era ancora provabile! Per fare in modo di dimostrare tutto ciò, Turing costruì una macchina, appunto una macchina-matematica, che faceva dei procedimenti ed ecco come nasce il computer. L’ho spiegato in modo semplice ma Godel è colui che dà il LA all’informatica.

Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi mesi? 
Sto mettendo su un calendario con delle date per eventi musicali e non, sul mio sito trovate tutti gli appuntamenti, www.renatocaruso.it

Intervista a cura di Barbara Scardilli