Con “Vanità”, Sebba torna a scavare nelle pieghe più intime dei sentimenti, raccontando il sottile tormento di chi si ritrova a desiderare un ritorno che sa essere solo illusorio. Il brano affronta con lucidità e fragilità il conflitto tra il bisogno di essere cercati dall’ex e la consapevolezza che si tratti soltanto di un riflesso dell’ego, non di vero amore. Tra arpeggi elettronici, toni dark e un ritmo che accompagna la tensione emotiva del testo, Sebba firma un nuovo capitolo del suo percorso artistico, in equilibrio tra introspezione e forma pop. In questa intervista ci racconta come è nato il singolo, cosa si nasconde dietro le immagini del videoclip e in che direzione sta evolvendo la sua scrittura.
“Vanità” parla di un desiderio che nasce più dall’ego che dal cuore. Come hai lavorato sul testo per esprimere questa tensione emotiva?
Ho esplorato le mie esperienze in merito ed ho cercato di rappresentare al meglio le sensazione che sentivo ed il conseguente stato emotivo fino alla conclusione tratta. Ho cercato di essere diretto e semplice, scrivendo più di “pancia” ma in maniera ricercata.
C’è stato un momento specifico nella tua vita che ti ha ispirato questa canzone?
Si, mi è capitato di trovarmi in situazioni in cui, riguardando il telefono o per qualche incontro fortuito, risalisse la nostalgia e quel sentimento di voler rivivere determinate situazioni. Nella canzone, però, affronto la situazione arrivando alla conclusione più razionale possibile e che mi permette di non sprofondare in pensieri che portano instabilità.
Il videoclip mostra la presenza illusoria di una donna nei luoghi quotidiani: quanto è importante per te l’aspetto visivo nella narrazione musicale?
Il videoclip è importante per rendere reale il concetto della canzone, dare una rappresentazione visiva della situazione. Nel mio caso, mi piace curare questo aspetto per far capire al meglio il mio stile musicale e le mie particolarità.
Come gestisci, a livello personale, il confine tra nostalgia autentica e semplice vanità?
Crescendo si impara a distinguerlo, con le esperienze e con i graffi che spesso comportano. Non è semplice, tuttavia, gestirlo in maniera perfetta perché le situazioni che si possono creare sono sempre differenti e questo non permette di poter avere delle sicurezze oggettive.
“Vanità” segna una nuova tappa del tuo percorso. In che direzione stai andando artisticamente?
Sto continuando a scrivere di amore, tossico e non, di esperienze di vita ed esplorazioni interiori. Mi piace farlo in chiave elettronica dai toni dark, pop ed abbastanza ritmati.