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Olafur Arnalds: il 10 settembre l'unica data italiana al Romaeuropa Festival 2022


Romaeuropa Festival 2022 e Spring Attitude Festival presentano l’unica data italiana della nuova tournée internazionale di Ólafur Arnalds, il celebre compositore e producer islandese che, dopo dieci anni di assenza dai palcoscenici della capitale, tornerà nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica il 10 settembre per presentare il suo ultimo monumentale album Some kind of peace.

Prima anticipazione sull’ampio programma del REf2022 diretto da Fabrizio Grifasi che si svolgerà dall’8 settembre al 20 novembre e proposto in collaborazione con il festival musicale Spring Attitude diretto da Andrea Esu del quale sarà anteprima, il live rappresenta una rara occasione per immergersi nell’universo più intimo dell’artista.

Classe 1986, nato a Mosfellsbær, Arnalds ha incantato il mondo sin dai suoi esordi con un percorso vulcanico, costellato di innovazioni, profondamente legato all’Islanda e ai suoi paesaggi naturali e contemporaneamente aperto alla contaminazione. Dalle composizioni post-minimaliste, apprezzate tanto nell’ambiente della musica sperimentale quanto in quello della classica e spesso utilizzate nei film e nelle serie Tv (da The Hunger Games a Mia Madre di Nanni Moretti) alle collaborazioni per la realizzazione di specifiche colonne sonore per il cinema e per giganti della danza come Wayne McGregor fino ai progetti più arditi e sperimentali, le incursioni nel mondo della techno, le collaborazioni con il compositore tedesco Nils Frahm, la rivisitazione dei giganti della musica classica (tra tutti Chopin) e l’immersione nell’universo tecnologico per la costruzione dei rivoluzionari pianoforti Stratus auto-sonanti brevettati ed utilizzati per la prima volta nell’album “re:member” del 2014. Per tutti questi motivi Ólafur può vantare un pubblico vastissimo e trasversale, la capacità di riempire i più grandi spazi musicali del mondo (dall’Europa all’Asia e agli Stati Uniti), di conquistare il cuore dei suoi ascoltatori scoprendo di volta in volta aspetti differenti della sua natura.

Lo stesso accade con Some Kind Of Peace, un progetto nato durante la pandemia che lo porta oggi in un territorio inesplorato all’interno del quale mettersi a nudo, raccontare la propria storia e ricercare una forma di intimità con sé stesso e con il pubblico. Abbassare la guardia, fidarsi, trovare nella contemplazione una forma personale di pace e abbracciare tutto ciò che la vita ci offre: è questo l’invito che il musicista islandese fa al suo pubblico invitandolo a condividere le reciproche vulnerabilità attraverso la musica, ad abbandonarsi, ancora una volta, alla bellezza talvolta conturbante, talvolta profondamente romantica di armonie inaspettate e di sorprendenti sequenze melodiche.