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“Metallo Pesante” di Alessandro Angelelli. Intervista


Abbiamo intervistato il poeta e attore Alessandro Angelelli, autore della silloge poetica “Metallo Pesante” uscito per L'Erudita.
 
Ecco cosa ci ha raccontato.
 
“Metallo Pesante” nasce da una serie sparsa di riflessioni interiori che partono dal concetto di Heimat. Ce ne vuoi parlare.
Heimat nei paesi di lingua germanica è quello che potremmo identificare con il “luogo dell’anima”, il porto di partenza e di arrivo di tutti noi. Heimat in quella cultura è necessariamente un luogo fisico, quasi sempre il paese natio. Per come lo vivo io, Heimat è soprattutto uno stato del proprio io interiore, un luogo non-luogo da esplorare, un universo all’apparenza semplice ma in realtà molto complesso fatto “polaroid” della propria vita: immagini, segmenti di vissuto che vanno a comporre un puzzle che racconta ciò che siamo stati e quello che saremo
 
Come hai vissuto la fase della scrittura e poi l’iter per la pubblicazione? Ti va di raccontarci qualche aneddoto?
La fase più bella ed emozionante è stata sicuramente quella della prima stesura di Metallo Pesante. È cominciato tutto il giorno che ho deciso di ricontattare l’amico e poeta Luca Masala. Non sentivo Luca da diverso tempo, ma è stato bello rivederci, parlare di poesia, vedere che c’era molta affinità nel nostro modo di osservare e vivere questa forma d’arte. Luca ha letto alcune mie poesie e mi ha subito incoraggiato, mi ha fatto capire che c’era un buon materiale. Poi è seguita la parte della valutazione editoriale e dell’editing, sempre con Luca e con Giulio Pisano. Abbiamo terminato di lavorare al libro nel febbraio 2020 e da lì è partita la ricerca della casa editrice giusta, quella che avrebbe potuto credere in uno scrittore emergente come me; quella che contro le logiche di mercato che non vogliono i libri di poesia come vincenti, avrebbe pubblicato “Metallo Pesante”. Questa fase, probabilmente la più importante, l’ha curata la mia agente letteraria, Michela Tanfoglio. Ci sono voluti mesi, anche perché il Covid ha impattato moltissimo tutti i settori e non ha certo salvato l’editoria, anzi…. Mentre Michela lavorava per me, è stato veramente difficile attendere tanto: giorni, mesi…. Credo di essere stato un incubo per tutti coloro che mi stavano aiutando in questa impresa, visti i miei frequenti messaggi con richiesta di aggiornamenti che non arrivavano.  Poi, dopo quasi nove mesi dalla prima stesura è arrivato il messaggio che attendevo da tanto…. È arrivato il contratto da L’Erudita, pubblichiamo…”. È stato un momento bellissimo.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Metallo Pesante”, quali useresti?
Direi: visuale, catartico ed emozionante.



A chi dedichi questo libro?
Metallo Pesante l’ho dedicato a tre personaggi di un’opera teatrale che ho scritto e che porteremo in scena nel prossimo autunno con la mia compagnia teatrale, Icdun Teatro. Sono figure che rappresentano metafore di tre importanti fasi della vita, ma sono per me anche delle identità precise di persone che hanno attraversato il mio mondo nel corso della vita. Il primo di quei personaggi/persone è André, l’Io bambino, che in quanto tale identifica la capacità di amare in maniera incondizionata; poi c’è Patrick che rappresenta l’età adulta che irrompe nella vita di tutti noi a portare responsabilità, difficoltà, spesso dolore. Per ultimo la silloge è dedicata a Julie, che identifica l’amore ideale, qualunque tipo di amore, non solo quello sensuale ma anche quello verso un genitore, un’amica o verso il proprio figlio. 
 
Che ruolo ha il teatro nella tua vita?
Il teatro è uno dei miei “Heimat”, uno dei miei luoghi dell’anima. Ho passato una vita a provare, di notte, fino a sfinirmi. Lavorando su un personaggio che non voleva diventare qualcosa di veramente consistente fino, a volte, alla sera della prima. Il teatro è una parte della mia vita, mi ha reso un uomo migliore, capace di ascoltare me stesso ed il prossimo ed è anche un luogo dove ho trovato una seconda famiglia che mi sa sempre accogliere quando ne ho bisogno.

A cosa stai lavorando adesso?
In queste settimane e nelle prossime mi dedicherò moltissimo a far conoscere “Metallo Pesante” a più persone possibile. Ho fatto la mia prima presentazione in Libreria pochi giorni fa a Monza, la mia città. Sono venute tante persone ed è stato bellissimo ed emozionante parlare del libro con alcuni lettori. Ho in programma di farne molte altre.
Nel frattempo non abbandono il teatro: con la mia compagnia, Icdun Teatro, a fine maggio, al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno, porteremo in scena un nostro cavallo di battaglia “Alegher – che fatica essere uomini”. Non vedo l’ora di tornare in scena.