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Unblasfemo presenta “Tutto sbagliato”. L'intervista


“Tutto sbagliato” è il nuovo singolo di Unblasfemo, estratto dall’omonimo EP. “Tutto sbagliato” è la title-track che esemplifica e riassume tutti i contenuti del progetto. “Tutto un disastro, la società al collasso”, rima così un verso del pezzo. Con il sound più duro, qui viene descritto come i mali e i “malvagi” siano la causa dell’omologazione, dell’inaridimento e dell’inettitudine delle nuove generazioni. C’è bisogno di risistemare “tutto ‘sto ginepraio”.

“Tutto sbagliato” è il titolo del tuo nuovo è progetto. Qual è stata l’ispirazione più importante che ti ha portato a realizzarlo?
“Quello che mi è successo intorno. Le mie esperienze personali, anche con gente che conosco molto bene e che mi ha fatto terribilmente incazzare ahah.”

Escludendo il rap, c’è un genere musicale che stai apprezzando ultimamente?
“Ad essere sincero, ora come ora, ascolto solo rap. È quello che mi serve, ne ho troppo bisogno. È diventata una specie di ossessione (sana).”

Con quale producer della scena italiana ti piacerebbe collaborare?
3D

Ricordi qual è stato il primo rapper che hai ascoltato quando hai iniziato ad appassionarti all’hip hop?
“ Danno. Mi ricordo che quando lo ascoltai volevo essere esattamente come lui ahah. Mi piaceva lo stile, l’attitudine, le parole che usava, tutto. “

Il tuo gruppo di amici come vede il tuo percorso nel mondo della musica? TI hanno sempre supportato?
“Alcuni più degli altri. Uno in particolare, che saluto, si chiama Gabriele. Molti credono che il supporto non sia importante e fondamentale per un artista emergente. Molti altri non ascoltano il Rap, per cui non ne capiscono il valore e non sono così incuriositi, di conseguenza non mostrano così interesse in quello che faccio.”


Il video del brano “Tutto Sbagliato” mostra il rapper vestito inizialmente in giacca e cravatta, nei panni di un impiegato/funzionario della media società. A questo scenario, si alternano delle scene in cui il rapper è vestito coi suoi abiti ordinari. L’idea di fondo è creare una contrapposizione tra ciò che l’artista è e ciò che non vorrebbe essere, perché disprezza il servilismo e l’immobilismo della media società. Alla fine del video, infatti, il soggetto finisce per strapparsi le vesti del medio-borghese per dare un chiaro segno di dissenso nei confronti di quella categoria.