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Vocal Blue Trains: intervista al gruppo vocale polifonico per l'uscita di “Cry me a river”


“Cry me a river” è il nuovo singolo dei Vocal Blue Trains, attualmente disponibile in radio e in digitale. Il brano è la cover del celebre brano di Justin Timberlake che anticipa il loro nuovo album e rappresenta una sfida in termini di sonorità

Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con loro. Buona lettura!

Ciao, benvenuti sulle pagine di Cherry Press! Raccontateci un po’ di voi. Come vi siete conosciuti e come siete nati artisticamente?
Il progetto è nato da un'idea del nostro direttore Alessandro, un sogno nel cassetto che portava da molto anni. Fu lui a scegliere i componenti e ci siamo conosciuti per la prima in sala prove, quasi nessuno si era mai incontrato con l'altro prima di quell'occasione, poi siamo diventati grandi amici. 

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il vostro stile?
Che dire... le nostre influenze musicali arrivano da mille luoghi diversi... Sicuramente i grandi maestri della musica corale come Monteverdi, Palestrina, Gesualdo da Venosa e Britten ma anche gruppi vocali più moderni come King's Singers e Vocal Line, e naturalmente artisti appartenenti alla generazione attuale del rock e dell'elettronica; solo per citarne alcuni Alt J, Bon Iver, Low, Jacob Collier, Childish Gambino, Cinematic Orchestra 

Tre aggettivi per definire la vostra musica. 
Poliedrica, eterogenea, viva

Quale messaggio volete comunicare con il vostro nuovo singolo?
Il singolo di CRY ME A RIVER rappresenta in un certo senso la prima parte di un percorso, l'arrangiamento corale ha echi di stampo polifonico ma è realizzato in parte digitalmente con la tecnica del cut up e accompagnato con strumenti elettronici quindi potremmo definirlo l'espressione della nostra identità musicale e di gruppo, da un lato siamo un coro legato alla tradizione ma dall'altro siamo molto proiettati verso il futuro e verso la sperimentazione. 

Adesso è arrivato il momento per porvi da soli una domanda che nessuno vi ha mai fatto… ma a cui avreste sempre voluto rispondere. 
Curioso, forse "a quale tipo di pubblico vorreste arrivare" ci piacerebbe essere un progetto che in un certo senso crea un punto d'incontro tra l'ambiente accademico e l'ambiente per così dire underground. 

Per concludere, quale messaggio volete lanciare ai lettori di Cherry Press?
Non avete ancora visto nulla ( ride NDR )