“Questo amore” è il nuovo singolo di Giovanni Santese, attualmente disponibile in radio e in digitale. Il brano che anticipa il nuovo album, riporta l’amore ad una dimensione umana, celebra l’incontro e lo scontro, il consueto e lo straordinario, è un canto che toglie, ma che togliendo aggiunge un qualche cosa di più. Gli attimi che non abbiamo per dirci quanto ci amiamo, gli attimi sprecati nelle noie quotidiane, il tempo dedicato a desiderare sempre qualcosa di più.
Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui. Buona lettura!
Ciao, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Avevo quest’attrazione istintiva per la chitarra da sempre, poi quando ho iniziato a suonare, ho capito che il mio bisogno non era tanto di suonare e basta, ma di accompagnare alla musica le cose che scrivevo. Scrivo canzoni fin dall’adolescenza, la maggior parte non le ascolterà mai nessuno, non ho il coraggio di ripescarle nemmeno io.
Avevo quest’attrazione istintiva per la chitarra da sempre, poi quando ho iniziato a suonare, ho capito che il mio bisogno non era tanto di suonare e basta, ma di accompagnare alla musica le cose che scrivevo. Scrivo canzoni fin dall’adolescenza, la maggior parte non le ascolterà mai nessuno, non ho il coraggio di ripescarle nemmeno io.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
C’è la famosa triade, Guccini, De Gregori, De André, da cui spesso non si scampa da cantautori in Italia, e da cui non sento di poter svicolare nemmeno io. Poi ovviamente ho aggiunto altri ascolti altrettanto folgoranti, ho preso strade mie, ma sicuramente non posso negare di aver divorati i dischi degli artisti citati sopra dal primo all’ultimo, dalla prima all’ultima canzone.
C’è la famosa triade, Guccini, De Gregori, De André, da cui spesso non si scampa da cantautori in Italia, e da cui non sento di poter svicolare nemmeno io. Poi ovviamente ho aggiunto altri ascolti altrettanto folgoranti, ho preso strade mie, ma sicuramente non posso negare di aver divorati i dischi degli artisti citati sopra dal primo all’ultimo, dalla prima all’ultima canzone.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Questa è una domanda che mi imbarazza non poco, non riesco a uscire fuori da me e sintetizzarmi in così poche parole, ma per cortesia ed educazione mi ci impegno: sentita, sognata, personale.
Questa è una domanda che mi imbarazza non poco, non riesco a uscire fuori da me e sintetizzarmi in così poche parole, ma per cortesia ed educazione mi ci impegno: sentita, sognata, personale.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
In realtà voglio solo comunicare un mio stato d’animo, raccontare parte della mia vita. Questo amore è il resoconto di un amore normale, di una storia che non vuole paragonarsi ai grandi amori della letteratura, ma che invece fa a pugni ogni giorno con le difficoltà, con le fragilità di una relazione, fatta di alti e bassi, momenti di slancio e di stop, di splendida salita e di lecita stanchezza.
In realtà voglio solo comunicare un mio stato d’animo, raccontare parte della mia vita. Questo amore è il resoconto di un amore normale, di una storia che non vuole paragonarsi ai grandi amori della letteratura, ma che invece fa a pugni ogni giorno con le difficoltà, con le fragilità di una relazione, fatta di alti e bassi, momenti di slancio e di stop, di splendida salita e di lecita stanchezza.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Questa domanda è quasi più complicata di quella sugli aggettivi che descrivono la mia musica, ma in realtà la risposta mi è ben chiara e non mi scompongo più di tanto. Io con la mia musica non voglio lanciare nessun messaggio, viene fuori da me in maniera quasi istintiva, ed è come parlare, bere, respirare. Se questa mia maniera di vivere potrà mai interessare qualcuno io sarò sicuramente contento, ma non potrò mai smettere di attuarla ugualmente.
Questa domanda è quasi più complicata di quella sugli aggettivi che descrivono la mia musica, ma in realtà la risposta mi è ben chiara e non mi scompongo più di tanto. Io con la mia musica non voglio lanciare nessun messaggio, viene fuori da me in maniera quasi istintiva, ed è come parlare, bere, respirare. Se questa mia maniera di vivere potrà mai interessare qualcuno io sarò sicuramente contento, ma non potrò mai smettere di attuarla ugualmente.
