Ecco il ritorno del duo veneto composto da Romeo Campagnolo e Matteo Marenduzzo. Eccoli i Bob Balera in questo nuovo disco dal titolo “Pianeti” dentro cui impera quel senso disco-funk anni ’70 che tanto richiama un certo Battisti da classifica. L’amore al centro, la figura della donna anche protagonista nei video che troviamo in rete… il cuore di un disco che certamente a quel certo tipo di estetica pensa e si rivolge ma poi sa come rintracciare una personalità e un futuro anche dentro i suoni figli del tempo moderno che abbiamo. Un disco digitale, ma anche tanto analogico… nei modi come nel mestiere.
Nuovo lavoro per i Bob Balera: in questo tempo assurdo per la musica
con che responsabilità arrivate al nuovo disco? Una rinascita, un bisogno… una
voglia di esposizione…?
Forse è proprio la voglia di esorcizzare questi tempi difficili per la
musica che ci ha fatto scegliere di riscoprire gli anni ‘70 e ‘80. Il proposito è quello di riproporre il sound
di quegli anni con una spruzzata rock.
Quella disco anni ’80 e ’90… il disco ha con sé molto ritmo. Sembra
essere un collante… o sbaglio?
Assolutamente! Ci dà molta soddisfazione vedere il pubblico ballare ai nostri concerti.
Assolutamente! Ci dà molta soddisfazione vedere il pubblico ballare ai nostri concerti.
E la donna, come figura centrale, come simbolo di emozioni… anche questo è un punto centrale?
L’amore è il tema centrale del disco. Difficilmente scriviamo di altro. Forse perché siamo noi i primi a non riuscire a viverlo serenamente.
Analogici o digitali i suoni nuovi dei Bob Balera?
Amiamo i suoni analogici ovviamente. Forse anche per questioni anagrafiche.
E invece quanta sospensione e silenzio nelle immagini promozionali, nella copertina del disco… almeno questa è la mia sensazione… la vostra?
Abbiamo lasciato fare al fotografo che ha tentato di tradurre in immagini il nostro sound. Ci piace, anche se in effetti il risultato è un po’ poco originale e indubbiamente derivativo.