Nella seconda parte del 2020 esce l’ultimo singolo dell’album,
“Madrenatura”, il cui video, ancora una volta girato da Francesco Chiot,
ottiene ottimi riscontri di critica, ottenendo premi e menzioni in diversi
festival, fra cui il Salento International Film Festival e il VIFF. Dedicandosi
alla scrittura di nuovo materiale, nel 2022 inizia un nuovo ciclo di uscite che
porterà al secondo disco “La Verità è un’Altra”, rifirmando con LaPOP. Il 31
marzo rompe quindi il silenzio col singolo “Fare Domani”. Già nelle prime
settimane dall’uscita, il relativo videoclip, ottiene un primo successo,
aggiudicandosi una menzione d’onore al Reale Film Festival. L’8 giugno esce la
ballata “Ancora un altro po’” seconda anticipazione del nuovo album, il cui
video raggiunge la finale dell’Amarcort Film Festival, a Rimini. Nei mesi
successivi riprende a lavorare al nuovo disco, grazie alla collaborazione col
cantante e polistrumentista Alberto Bravin (PFM, Big Big Train) in qualità di
produttore.
Ciao
Nicola, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando
ti sei avvicinato alla musica?
Ciao!
Diciamo che è stata la musica ad avvicinarsi a me, così, senza preavviso. A vent’anni, in poche settimane di strimpellamenti su una povera chitarrina e una manciata di accordi imparati, ho scoperto che dallo scrivere e basta allo scrivere in musica il passo non era poi così lungo. Da quel momento ho cominciato a collezionare canzoni senza un vero scopo, per mero bisogno artistico, fino a quando, fuori tempo massimo, sono stato accolto improvvisamente dalla musica edita. A caso.
Quali
artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Inizialmente credo Daniele Silvestri, i Tiromancino del periodo Sinigallia e i Bluvertigo. Da un punto di vista prettamente musicale penso i Blur. Ad ogni modo, è insito nel mio nome d’arte, pur non avendo mai cercato di emulare qualcuno, sono un mix delle idee che ho incontrato, sia consciamente che inconsciamente.
Tre
aggettivi per definire la tua musica.
Genuina. Arguta. Multilivello.
Quale
messaggio vuoi comunicare con “Esotica” il tuo nuovo singolo?
Che troppo spesso si fanno canzoni solo per piacere e che molte volte si costruiscono attorno a parole ad effetto, in maniera becera. Io non sono così e infatti accetto serenamente di non piacere. Ho voluto giocare su un territorio che non mi appartiene, ma a modo mio.
Adesso è
arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto…
ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Mmm. Bella domanda, ahah. Dai, cerco di giorcarmela bene: “Se il genio della lampada di offrisse la possibilità di vivere una escalation mondiate tipo Måneskin, accetteresti?” “No. Mi piacerebbe arrivare a un pubblico un po’ più grande, ma non così grande. Diffido sempre delle cose che piacciono troppo...”
Per
concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Se vi imbattete in questo articolo, datemi un ascolto. Non posso promettervi che vi piacerà. Ma vi posso giurare con tutto me stesso che in ogni mia canzone c’è tutto me stesso. Né di più, né di meno.
Ciao!
Diciamo che è stata la musica ad avvicinarsi a me, così, senza preavviso. A vent’anni, in poche settimane di strimpellamenti su una povera chitarrina e una manciata di accordi imparati, ho scoperto che dallo scrivere e basta allo scrivere in musica il passo non era poi così lungo. Da quel momento ho cominciato a collezionare canzoni senza un vero scopo, per mero bisogno artistico, fino a quando, fuori tempo massimo, sono stato accolto improvvisamente dalla musica edita. A caso.
Inizialmente credo Daniele Silvestri, i Tiromancino del periodo Sinigallia e i Bluvertigo. Da un punto di vista prettamente musicale penso i Blur. Ad ogni modo, è insito nel mio nome d’arte, pur non avendo mai cercato di emulare qualcuno, sono un mix delle idee che ho incontrato, sia consciamente che inconsciamente.
Genuina. Arguta. Multilivello.
Che troppo spesso si fanno canzoni solo per piacere e che molte volte si costruiscono attorno a parole ad effetto, in maniera becera. Io non sono così e infatti accetto serenamente di non piacere. Ho voluto giocare su un territorio che non mi appartiene, ma a modo mio.
Mmm. Bella domanda, ahah. Dai, cerco di giorcarmela bene: “Se il genio della lampada di offrisse la possibilità di vivere una escalation mondiate tipo Måneskin, accetteresti?” “No. Mi piacerebbe arrivare a un pubblico un po’ più grande, ma non così grande. Diffido sempre delle cose che piacciono troppo...”
Se vi imbattete in questo articolo, datemi un ascolto. Non posso promettervi che vi piacerà. Ma vi posso giurare con tutto me stesso che in ogni mia canzone c’è tutto me stesso. Né di più, né di meno.