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Giuseppe Gazerro e la Resistenza Acustica ci raccontano “Questi passi”

 

Insegnante di lingua inglese, casertano di origini, Giuseppe Gazerro ha vissuto di rock n' roll fin da bambino: comincia a scrivere alla fine degli anni ’60, prima ancora di essere al Liceo; agli inizi degli anni settanta comincia a farsi strada nella line-up della band Canzoniere Del Maggio, collettivo virato verso la protest song e attivo nel Nord Est dell'Italia.
Pochi anni più tardi dà vita alla Jag Band che tuttavia ben presto scioglie per abbracciare il pop, diventando bassista dei Krundaals, una band funky-pop con cui nel 1984 registra anche un Extended Play – Emerging - per un’etichetta indipendente e tuttora reperibile sul mercato.
Con i Krundaals raccoglie parecchie soddisfazioni arrivando ad esibirsi per la Rai in diverse occasioni. Nel 1985, ancora con i Krundaals prende parte alla composizione della colonna sonora del film “Indiscrezioni sulla Notte”.
Dopo lo scioglimento della band nel 1986, ritorna a scrivere canzoni da solo e nello stesso anno produce un suo personale demotape intitolato “Prologo Per Un Progetto Pretenzioso”, che viene indicato come Miglior Disco del Mese dalla rivista musicale Tuttifrutti.
Alla fine degli anni ottanta forma due band parallele; una prima dal nome HB, tuttora attiva nel circuito dei club e dedita ad un repertorio fatto quasi esclusivamente di cover; e la seconda, un gruppo chiamato Esercizi Giornalieri Obbligatori, più tardi chiamati semplicemente EGO.
Con gli EGO, Gazerro ha inciso “All The Pigeons In The Rain” ('91) e “Cristiani Battisti” ('92), entrambi recensiti sulle maggiori riviste musicali italiane. Quando l'esperienza con gli EGO giunge alla conclusione, ritorna ancora una volta all'attività solistica e registra l’album “Temi Sospesi”, pubblicato poi ufficialmente dalla A&M Songs & Music.
Due anni più tardi, nel marzo del 1999, arriva la svolta con il progetto Biblica Boulevard, che vede la luce su CD nel luglio del 1999. L'esperienza entusiasma a tal punto che si decide di promuovere in versione live il disco. Dopo un anno si comincia a comporre nuove canzoni e nel 2001/2002 cominciano a registrare “Le cose che succedono e le cose che sono" uscito, poi, nell'Ottobre 2002. Questo disco gli frutta una prestigiosa partecipazione al Meeting Delle Etichette Indipendenti. Nella primavera del 2003 anche i Biblica Boulevard giungono al termine del loro percorso e quindi ritorna ancora una volta alla composizione di materiale solistico.
Nel contempo partecipa al Dylan Meeting Italiano a Verona, al Dylan Gospel Tribute al Big Mama, alla Dylan Fest nel programma del Pistoia Blues 2006 mentre prosegue intensissima l'attività live con gli HB.
Verso la metà degli anni ’10 scrive dei copioni teatrali che mette in scena con la sua vecchia band HB.
Il primo lavoro, “Le Parole dei Profeti Sono Scritte Sui Muri*, ispirato dalle parole di Paul Simon e dalle musiche degli anni ’70, è ispirato dagli orrori della guerra.
Il secondo, “Looking For America” è una psuedo intervista a John Steinbeck che racconta di come la Letteratura dell’America del secolo scorso sia stata viatico fondamentale per la nascita del Rock.
Il terzo, *The Merchant Of Rocks* è un curioso pastiche in cui famosi brani storici del rock punteggiano sketch basati sul teatro di Shakespeare.
Nel nuovo decennio è tornato ad un repertorio prettamente cantautorale – pur in chiave rock – preparando pezzi destinati al mercato digitale. 
 
Ciao Giuseppe, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Sono praticamente arrivato prima io della musica rock… 😊
Quand’ero piccolino ascoltavo gli ultimi Beatles; non ho mai più smesso.
E quando mi sono imbattuto in  Dylan ho deciso di imparare a suonare perché volevo cantare le cose bellissime che sentivo.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Bennato su tutti.
A lui ho rubato la 12 corde acustico-elettrica, il kazoo, l’armonica a bocca, il tamburello a piede e il sentirmi one-man-band.
Da un punto di vista testuale, sicuramente Bob Dylan.

Tre aggettivi per definire la tua musica.
Non mi piace giudicare me stesso, sarei tentato di usare aggettivi negativi.
Spero che la mia musica suoni motivata, impegnata, aggressiva; ecco i 3 aggettivi.

Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Che la strada che dobbiamo fare è ancora lunga, difficile e, probabilmente, siamo spesso sulla strada sbagliata.
Questi passi non fan per me, insomma.

Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Qualsiasi domanda inerente la religione, sicuramente uno dei motori più importanti della mia vita.
*Hai veramente letto la Bibbia parola per parola, dall’inizio alla fine?*
*Sì, e non una volta sola.*

Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Ascoltate il mio brano su Spotify, siate sempre gentili con gli altri, iscrivetevi al mio canale YouTube, non bevete troppo.