Default Image

Months format

Show More Text

Load More

Related Posts Widget

Article Navigation

Contact Us Form

Breaking News

Lux e la passione senza tempo: dietro le quinte di 'Ariosto'



"Ariosto" di Lux racconta una storia d'amore intensa e caotica, ispirata all'Orlando Furioso di Ariosto. Il brano esplora un legame tra due amanti attraversato da emozioni contrastanti e passioni travolgenti, dove idealizzazioni e conflitti interiori si intrecciano. Versi come "Potevamo essere un giro al luna park" e "La verità è che mi hai lasciato mezza nuda" esprimono la fragilità e la vulnerabilità di un amore che si spezza, mentre "Gira, gira come in un vinile rotto" trasmette la monotonia di un ciclo di incomprensioni. Il risultato è una favola furiosa, un racconto epico di desideri e illusioni sfuggenti.

Ciao Lux, benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
La musica ha sempre occupato un ruolo fondamentale nella mia vita. Fin da bambina, cantavo in un coro e, grazie a quelle esperienze, ho coltivato un amore profondo per il canto. Mia mamma, che da giovane aveva una voce splendida ma non aveva mai avuto l’opportunità di studiare, è sempre stata la mia prima ispirazione. Durante la quarantena, mi sono avvicinata ancora di più alla musica: ho imparato a suonare l’ukulele da autodidatta e ho capito che cantare sotto la doccia non mi bastava più. Desideravo migliorare e approfondire il mio talento.
Da quel momento ho iniziato a studiare canto, e sono ormai tre anni che frequento RC Voce Produzione. Questo posto è diventato per me una seconda famiglia, un luogo dove non solo apprendo, ma dove posso esprimere me stessa attraverso la musica.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Ascolto ogni tipo di musica italiana, forse perché capendo la lingua riesco a sentire di più le emozioni che trasmette. L’artista che amo in assoluto è Marco Mengoni: la sua voce e il suo modo di interpretare le canzoni mi emozionano profondamente, ma paradossalmente non è lui che mi ha influenzato come cantautrice.
Mi piace anche la musica di un tempo, come quella di Lucio Battisti, che adoro per la sua poesia e la sua capacità di innovare. Tuttavia, nemmeno lui ha inciso direttamente sul mio stile.
Le mie vere ispirazioni, credo, arrivano da artisti contemporanei come Calcutta, Alfa, Gazzelle e Bresh. Amo i loro testi pieni di immagini vivide e metaforiche, capaci di raccontare emozioni e situazioni con semplicità ma allo stesso tempo con grande profondità. È proprio quel tipo di scrittura che ha iniziato a influenzarmi e a spingermi a raccontare la mia vita attraverso immagini che parlano a chiunque le ascolti.

Tre aggettivi per definire la tua musica.
La mia musica è insolita, orecchiabile e metaforica

Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Con il mio nuovo singolo voglio comunicare la fragilità delle relazioni moderne. Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra velocizzarsi, e le connessioni che creiamo sembrano essere sempre più superficiali, più fragili. Con la mia musica, cerco di raccontare queste emozioni, di riflettere su come, nonostante tutto, ci sia ancora un bisogno profondo di autenticità e di connessione vera. È un invito a fermarsi un attimo e a riflettere sul valore che diamo alle persone e alle relazioni che costruiremo.

Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere. 
Una domanda che nessuno mi ha mai fatto, ma a cui avrei sempre voluto rispondere, è: Cosa ti spinge davvero a scrivere musica? La verità è che non è solo una questione di esprimere emozioni, ma di dare voce a qualcosa che a volte è difficile da mettere in parole. La musica è il mio rifugio, la mia terapia, il mio modo per confrontarmi con il mondo e con me stessa. Scrivere mi permette di affrontare le incertezze e di dare un senso a tutto ciò che mi accade, trasformando ogni esperienza, anche la più dolorosa, in qualcosa di bello.
Una volta il mio insegnante mi disse: “Che fai, vai dallo psicologo? Ti sfoghi qua!” È una frase che mi ha colpito, perché in un certo senso la musica, per me, è proprio questo: una forma di terapia. Scrivere, cantare, comporre, è come avere uno spazio tutto mio dove posso affrontare e dare voce a ciò che dentro di me è difficile da esprimere in altro modo. La musica è il mio psicologo, e in ogni canzone c’è un po’ di quella ricerca di me stessa che continuo a fare.

Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Voglio lanciare un messaggio sulle relazioni fragili moderne, un tema che mi sta particolarmente a cuore. In un mondo che corre sempre più veloce, dove tutto sembra essere immediato e consumabile, le relazioni spesso diventano fragili, difficili da coltivare. Ma credo che, sebbene possano sembrare più fragili, queste relazioni siano anche quelle in cui dobbiamo investire di più, quelle che meritano di essere vissute con autenticità e consapevolezza. Non abbiate paura di aprirvi, di mostrare vulnerabilità, perché solo così possiamo costruire connessioni vere. La fragilità non è una debolezza, ma una forza che ci permette di essere più umani, più sinceri, più vicini gli uni agli altri.