C’è un amore che non ha bisogno di accadere per esistere. “Isidora” dei Modivari nasce proprio da questa tensione: un sentimento sognato, idealizzato, che si fa ballata eterea e penetrante. Il brano vibra tra passato e futuro, tra ciò che è reale e ciò che è solo percezione. Le chitarre elettriche si intrecciano alle voci come vene emotive, mentre i dettagli sonori disegnano spazi interiori cristallizzati. In questa intervista, i Modivari ci raccontano il significato di Isidora e del loro modo di trasformare le emozioni in paesaggi sonori.
Isidora è una figura reale, immaginata o entrambe le cose? Cosa rappresenta per voi?
Entrambe le cose, ma soprattutto è Valentina stessa con l’utilizzo di un senhal à la Dolce Still Novo.
Il videoclip è costruito su un concetto di tempo parallelo: che significato ha per voi questa scelta narrativa?
La scelta di usare un tempo parallelo nel nostro videoclip ci ha permesso di raccontare la storia di due persone che, pur non essendosi ancora incontrate, sono connesse. L'idea era di mostrare due individui che percorrono gli stessi luoghi e compiono gli stessi gesti ma in tempi diversi. In questo modo si crea un senso di ricerca reciproca ma senza esserne consapevoli. Alla fine, i due tempi si sincronizzano e questo permette loro di trovarsi.
Il brano parla anche di idealizzazione: quanto c’è di pericolo e quanto di meraviglia in questo processo?
Per noi la sintesi di questo concetto è la frase “prima o poi mi perderò” che riflette il fascino dell’ambiguità del perdersi nell’universo di un'altra persona, specialmente conosciuta da poco. All’inizio il rischio è grande, ma per fortuna nel nostro caso è andata bene!
Isidora è anche “figlia del cosmo e della luna”: quanto il simbolismo incide sulla vostra scrittura?
Tantissimo e probabilmente a causa (o grazie) al tipo di adolescenza che abbiamo vissuto; tra vecchie videocamere che immortalano momenti sconnessi, sogni appuntati su quaderni stropicciati e notti passate a guardare il cielo, cercando nei suoi silenzi una forma di verità. Isidora è figlia del cosmo e della luna perché in lei convivono dimensioni opposte: la razionalità e l’intuizione, l’umano e l’astrale.
Scriviamo pensando a immagini che portano un significato nascosto. È il nostro modo per raccontare non solo una storia, ma anche un sentire più profondo, universale.
Potremmo considerare “Isidora” una sorta di manifesto della vostra poetica?
Perché no? Anche se forse è un po’ troppo presto per dirlo, abbiamo ancora molte canzoni da condividere :)