Con il suo nuovo singolo “Ed ecco la libertà”, Biagio Andrea ci accompagna in un viaggio emotivo che attraversa la fine di una relazione, il silenzio dell’assenza e il freddo che segue una separazione. Un brano intenso e intimo, che trasforma il dolore in consapevolezza e la fragilità in punto di ripartenza.
L’artista esplora il significato più profondo della parola “libertà”, spogliandola di ogni retorica: non è evasione, né leggerezza, ma il coraggio di guardarsi dentro e accettare ciò che si è, anche quando fa male. Tra domande sospese e vuoti da colmare, la sua voce diventa il filo che unisce vulnerabilità e rinascita.
In questa intervista per Cherry Press, Biagio Andrea racconta la sua urgenza espressiva, le influenze che hanno plasmato il suo percorso – da De André a Motta – e la volontà di fare musica come gesto autentico, mai come semplice mestiere. “Ed ecco la libertà” è più di una canzone: è una dichiarazione d’indipendenza emotiva, un respiro condiviso tra chi ha imparato che, per ritrovarsi davvero, bisogna prima lasciarsi andare.
Ciao, grazie a voi! La musica è entrata nella mia vita come un’urgenza più che come una scelta. Da ragazzo sentivo di avere un mondo dentro che non riuscivo a spiegare a parole, e il canto è diventato la mia traduzione più sincera. Ho iniziato suonando per capire chi fossi, e oggi continuo per ricordarmelo.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
De André, Battiato e Vasco, per la loro capacità di mostrarsi veri anche nelle imperfezioni. Poi artisti come Motta o Fulminacci, che raccontano la quotidianità con sincerità. Più che un suono, mi ispira l’onestà: dire qualcosa di profondo anche con tre parole.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Autentica, vulnerabile, in trasformazione. Non cerco la perfezione, cerco la verità.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Ed ecco la libertà nasce da un momento di rottura. Mi sono chiesto cosa significhi davvero essere liberi e ho capito che non è fare ciò che vuoi, ma smettere di mentirti. È un brano che parla di accettazione e di rinascita, di quella calma che arriva solo dopo aver attraversato il caos. È la mia dichiarazione di indipendenza emotiva.
Una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti voluto rispondere.
“Forse: hai mai pensato di smettere?”
Sì, più di una volta. Ma ogni volta che qualcuno mi scrive dicendo che una mia canzone lo ha aiutato a sentirsi meno solo, capisco che la musica è più grande della mia fatica. Ed è lì che ricomincio.
Un messaggio per i lettori di Cherry Press.
Non cercate la libertà fuori, nei posti o nelle persone. È dentro, e spesso ha la forma di qualcosa che fa paura. Ma quando la riconosci, cambia tutto.
E se vi va, ascoltate Ed ecco la libertà: non è solo una canzone, è un modo per respirare insieme, anche solo per tre minuti scarsi .