Si intitola “Chissà com’è” il nuovo album di Le rose e il deserto, in uscita giovedì 23 ottobre: il nuovo capitolo di una carriera da cantautore sempre più significativa si arricchisce di un lavoro intenso, poetico e ricco di vibrazioni, che spesso partono da nostalgie antiche per raccontare il presente.
Luca Cassano, l’artista che incarna il progetto Le rose e il deserto, ha messo in musica con “Chissà com’è” undici sensazioni, memorie ed emozioni che appartengono alla sua vita ma che risuonano facilmente alle orecchie e nel cuore di ogni potenziale ascoltatore.
Con l’aiuto di alcune collaborazioni di rilievo, come Gnut su “Il tuo nome”, Sara dei vetri su “La fine del viaggio”, Alessandro Sicardi, Raffaele Kohler, Fabio Greuter, Irina Solinas, Giosuè Consiglio, Le rose e il deserto ha lavorato con attenzione e nei dettagli a canzoni che sanno di viaggio, di presenze, di nostalgia, di abbracci e di desideri.
Le rose e il deserto racconta il disco così:
“È un disco pieno di assenze “Chissà com’è”, pieno di occasioni sprecate, di persone che, per varie ragioni, non ci sono più. C’è chi se n’è andato per non ritornare, chi c’è ancora ma con un altro ruolo, un’altra forma, un’altra voce e c’è chi invece la voce l’ha persa e non sa più parlare.
“Chissà com’è” però è anche un disco pieno di persone, persone splendide, che mi sono vicine o lo sono state: ci sono Claudio (Gnut) e Sara (dei vetri) che la loro voce me l’hanno regalata, ci sono i miei genitori, tutte le battaglie che ho combattuto con e contro di loro, c’è Agostino, che da qualche parte sta ancora suonando il contrabbasso con addosso la sua giacca di pelle rossa e la sua faccia da pirata calabrese.
Ci sono dentro Pisa, Livorno, Damasco e su su, fino alla luna, dove magari si può arrivare con l’immaginazione per scattare una foto. “Chissà com’è” è un disco che santifica la vita, nonostante tutto. Un inno alla vita nonostante tutto, nonostante le persone vadano via e le occasioni si perdano, si sprechino. Un inno alla vita per come è, per come viene”.
Traccia per traccia
Il tuo nome: Pronunciare il nome delle persone che ci mancano, che non possiamo più rivedere può essere un modo per allievare il dolore causato dall’assenza, per farle tornare a fianco a noi anche soltanto per qualche istante, per tornarne a sentire la voce dentro quel nome.
Acqua e limone: Capita che la vita arrivi troppo presto, che gli eventi non ci trovino pronti, troppo concentrati a sopravvivere per accorgerci della bellezza che ci gira intorno. Capita di non avere molto da offrire a chi arriva, se non un pomeriggio di sole e qualche ora per l’amore.
La fine del viaggio: A volte i fili che legano le persone stringono fino a fare male, nonostante siano fili di seta. A volte è proprio il dolore, la ferita a tenere legate le persone. A volte, nonostante si sia in due, sembra di navigare da soli, sotto costa, con poche stelle a indicare la direzione giusta.
Segnali di fumo: Lascia stare i segnali di fumo, che da qui sembrano nubi tossiche, e a seguire le scie degli aerei puoi scoprire le Americhe; lascia stare i segnali di fumo, si confondono con la discarica, segui invece le rondini, che ti portano in Africa.
Notturno: Ci sono un ragazzo, una ragazza, una stazione ferroviaria, un treno in arrivo e la notte a osservare la scena. Ci sono gli occhi che si incontrano per la prima volta dopo tanto tempo, gli odori da riconoscere, le spalle da abbracciare. Ci sono tutte le emozioni rimaste in sospeso in un grumo di settimane.
Chissà com’è: Tutte le domande che avrei voluto fare ai miei genitori, tutta la loro umanità soltanto in parte conosciuta, tutta l’emotività sospesa, i ruoli da interpretare, i non detti che possono crescere giorno dopo giorno in una famiglia.
Damasco: Una storia d’amore come una tempesta che ti sorprende in mare aperto: bisogna accettare di correre il rischio di passare dei guai. Quando la tempesta passa può capitare che restino soltanto profumo di caffè del Marocco e ricordi fissati su vecchie polaroid.
L’alba è una bugia: Una notte, una scogliera in Liguria, la fine di una storia d’amore e il mare a fare da spettatore. Soltanto l’arrivo dell’alba può cancellare tutto e riportare una bugia di normalità.
Risveglio: La foto in versi e musica della bellezza che può capitare di trovarsi a fianco un attimo dopo essersi svegliati, rimanendo però nel dubbio che in realtà non esista nulla, che sia tutto un sogno.
Imparare a saltare: Il giudizio degli altri, le aspettative, il senso del dovere: averne timore può essere una gabbia in cui rimanere immobili, magari anche per tutta la vita. Potrebbe bastare fare un salto per arrivare sulla luna e scattare qualche foto; qualcuno non ci crederà: non è un problema tuo.
Capobanda: Agostino aveva la faccia da pirata calabrese, una giacca di pelle rossa e grandi orecchini tondi, ma soprattutto Agostino era il mio capobanda: abbracciava il suo contrabbasso e due passi dietro di me controllava che la musica scorresse giusta, sempre sorridendo alla vita.
Crediti
Testi: Le rose e il deserto
Arrangiamenti: Le rose e il deserto, Alessandro Sicardi
Registrazione: Matteo Davì e Federico Ramoni (Marte Recording Studio, Milano)
Mixing: Alessandro Sicardi
Mastering: Federico Ramoni (Marte Recording Studio, Milano)
Hanno partecipato a “Chissà com’è”:
Le rose e il deserto – voce, chitarra acustica in “Chissà com’è”, “Risveglio”, “Imparare a saltare” e “Capobanda”
Gnut - voce in “Il tuo nome”
Sara dei vetri - voce in “La fine del viaggio”
Alessandro Sicardi – chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica in “Acqua e limone”, basso, synth, pianoforte, cori
Raffaele Kohler – tromba in “Acqua e limone” e “Damasco”, flicorno in “Il tuo nome”
Fabio Greuter – fisarmonica in “Notturno” e “Capobanda”
Irina Solinas – violoncello in “Segnali di fumo” e “Chissà com’è”
Giosuè Consiglio - batteria, percussioni.
Bio
Le rose e il deserto è il progetto artistico di Luca Cassano (Corigliano Calabro, 1985), un po' calabrese, un po' pisano, attualmente milanese.
Le rose e il deserto ha pubblicato l'EP "Io non sono sabbia" (PFMusic) nel giugno 2020 e il suo disco d'esordio, “Cocci sparsi" (PFMusic) nel dicembre 2022.
Le rose e il deserto ha anche pubblicato le raccolte di poesie "Poesie a gettoni vol.1" (autoprodotto) nel marzo 2021 e "La strada di casa" (autoprodotto) nel dicembre 2023; la terza raccolta di poesie “Nodo antico” (peQuod editore) è in uscita a novembre 2025.
Le rose e il deserto ha avuto il piacere di aprire i concerti di Giorgio Canali, Gnut, Bianco, Nicolò Carnesi, The Niro, kuTso, Sandro Joyeux, Gianluca De Rubertis, Federico Sirianni, Livia Ferri, Andrea Labanca e Rufus Coates & Jess Smith. Fra gli altri, Le rose del deserto ha avuto l'opportunità di suonare a Milano nei circoli Ohibò, Bellezza e Mare Culturale Urbano e allo storico Legend Club, al circolo Tambourine di Seregno, al salotto di Mao a Torino, a Ferrara per la rassegna Il silenzio del cantautore, a Roma per la rassegna Piccoli concerti, al Joe Koala ad Osio Sopra, al teatro San Teodoro di Cantù, al circolo Scuotivento di Monza, al Catomes tot di Reggio Emilia.
Il resto della strada è tutta da percorrere...
Luca Cassano, l’artista che incarna il progetto Le rose e il deserto, ha messo in musica con “Chissà com’è” undici sensazioni, memorie ed emozioni che appartengono alla sua vita ma che risuonano facilmente alle orecchie e nel cuore di ogni potenziale ascoltatore.
Con l’aiuto di alcune collaborazioni di rilievo, come Gnut su “Il tuo nome”, Sara dei vetri su “La fine del viaggio”, Alessandro Sicardi, Raffaele Kohler, Fabio Greuter, Irina Solinas, Giosuè Consiglio, Le rose e il deserto ha lavorato con attenzione e nei dettagli a canzoni che sanno di viaggio, di presenze, di nostalgia, di abbracci e di desideri.
Le rose e il deserto racconta il disco così:
“È un disco pieno di assenze “Chissà com’è”, pieno di occasioni sprecate, di persone che, per varie ragioni, non ci sono più. C’è chi se n’è andato per non ritornare, chi c’è ancora ma con un altro ruolo, un’altra forma, un’altra voce e c’è chi invece la voce l’ha persa e non sa più parlare.
“Chissà com’è” però è anche un disco pieno di persone, persone splendide, che mi sono vicine o lo sono state: ci sono Claudio (Gnut) e Sara (dei vetri) che la loro voce me l’hanno regalata, ci sono i miei genitori, tutte le battaglie che ho combattuto con e contro di loro, c’è Agostino, che da qualche parte sta ancora suonando il contrabbasso con addosso la sua giacca di pelle rossa e la sua faccia da pirata calabrese.
Ci sono dentro Pisa, Livorno, Damasco e su su, fino alla luna, dove magari si può arrivare con l’immaginazione per scattare una foto. “Chissà com’è” è un disco che santifica la vita, nonostante tutto. Un inno alla vita nonostante tutto, nonostante le persone vadano via e le occasioni si perdano, si sprechino. Un inno alla vita per come è, per come viene”.
Traccia per traccia
Il tuo nome: Pronunciare il nome delle persone che ci mancano, che non possiamo più rivedere può essere un modo per allievare il dolore causato dall’assenza, per farle tornare a fianco a noi anche soltanto per qualche istante, per tornarne a sentire la voce dentro quel nome.
Acqua e limone: Capita che la vita arrivi troppo presto, che gli eventi non ci trovino pronti, troppo concentrati a sopravvivere per accorgerci della bellezza che ci gira intorno. Capita di non avere molto da offrire a chi arriva, se non un pomeriggio di sole e qualche ora per l’amore.
La fine del viaggio: A volte i fili che legano le persone stringono fino a fare male, nonostante siano fili di seta. A volte è proprio il dolore, la ferita a tenere legate le persone. A volte, nonostante si sia in due, sembra di navigare da soli, sotto costa, con poche stelle a indicare la direzione giusta.
Segnali di fumo: Lascia stare i segnali di fumo, che da qui sembrano nubi tossiche, e a seguire le scie degli aerei puoi scoprire le Americhe; lascia stare i segnali di fumo, si confondono con la discarica, segui invece le rondini, che ti portano in Africa.
Notturno: Ci sono un ragazzo, una ragazza, una stazione ferroviaria, un treno in arrivo e la notte a osservare la scena. Ci sono gli occhi che si incontrano per la prima volta dopo tanto tempo, gli odori da riconoscere, le spalle da abbracciare. Ci sono tutte le emozioni rimaste in sospeso in un grumo di settimane.
Chissà com’è: Tutte le domande che avrei voluto fare ai miei genitori, tutta la loro umanità soltanto in parte conosciuta, tutta l’emotività sospesa, i ruoli da interpretare, i non detti che possono crescere giorno dopo giorno in una famiglia.
Damasco: Una storia d’amore come una tempesta che ti sorprende in mare aperto: bisogna accettare di correre il rischio di passare dei guai. Quando la tempesta passa può capitare che restino soltanto profumo di caffè del Marocco e ricordi fissati su vecchie polaroid.
L’alba è una bugia: Una notte, una scogliera in Liguria, la fine di una storia d’amore e il mare a fare da spettatore. Soltanto l’arrivo dell’alba può cancellare tutto e riportare una bugia di normalità.
Risveglio: La foto in versi e musica della bellezza che può capitare di trovarsi a fianco un attimo dopo essersi svegliati, rimanendo però nel dubbio che in realtà non esista nulla, che sia tutto un sogno.
Imparare a saltare: Il giudizio degli altri, le aspettative, il senso del dovere: averne timore può essere una gabbia in cui rimanere immobili, magari anche per tutta la vita. Potrebbe bastare fare un salto per arrivare sulla luna e scattare qualche foto; qualcuno non ci crederà: non è un problema tuo.
Capobanda: Agostino aveva la faccia da pirata calabrese, una giacca di pelle rossa e grandi orecchini tondi, ma soprattutto Agostino era il mio capobanda: abbracciava il suo contrabbasso e due passi dietro di me controllava che la musica scorresse giusta, sempre sorridendo alla vita.
Crediti
Testi: Le rose e il deserto
Arrangiamenti: Le rose e il deserto, Alessandro Sicardi
Registrazione: Matteo Davì e Federico Ramoni (Marte Recording Studio, Milano)
Mixing: Alessandro Sicardi
Mastering: Federico Ramoni (Marte Recording Studio, Milano)
Hanno partecipato a “Chissà com’è”:
Le rose e il deserto – voce, chitarra acustica in “Chissà com’è”, “Risveglio”, “Imparare a saltare” e “Capobanda”
Gnut - voce in “Il tuo nome”
Sara dei vetri - voce in “La fine del viaggio”
Alessandro Sicardi – chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica in “Acqua e limone”, basso, synth, pianoforte, cori
Raffaele Kohler – tromba in “Acqua e limone” e “Damasco”, flicorno in “Il tuo nome”
Fabio Greuter – fisarmonica in “Notturno” e “Capobanda”
Irina Solinas – violoncello in “Segnali di fumo” e “Chissà com’è”
Giosuè Consiglio - batteria, percussioni.
Bio
Le rose e il deserto è il progetto artistico di Luca Cassano (Corigliano Calabro, 1985), un po' calabrese, un po' pisano, attualmente milanese.
Le rose e il deserto ha pubblicato l'EP "Io non sono sabbia" (PFMusic) nel giugno 2020 e il suo disco d'esordio, “Cocci sparsi" (PFMusic) nel dicembre 2022.
Le rose e il deserto ha anche pubblicato le raccolte di poesie "Poesie a gettoni vol.1" (autoprodotto) nel marzo 2021 e "La strada di casa" (autoprodotto) nel dicembre 2023; la terza raccolta di poesie “Nodo antico” (peQuod editore) è in uscita a novembre 2025.
Le rose e il deserto ha avuto il piacere di aprire i concerti di Giorgio Canali, Gnut, Bianco, Nicolò Carnesi, The Niro, kuTso, Sandro Joyeux, Gianluca De Rubertis, Federico Sirianni, Livia Ferri, Andrea Labanca e Rufus Coates & Jess Smith. Fra gli altri, Le rose del deserto ha avuto l'opportunità di suonare a Milano nei circoli Ohibò, Bellezza e Mare Culturale Urbano e allo storico Legend Club, al circolo Tambourine di Seregno, al salotto di Mao a Torino, a Ferrara per la rassegna Il silenzio del cantautore, a Roma per la rassegna Piccoli concerti, al Joe Koala ad Osio Sopra, al teatro San Teodoro di Cantù, al circolo Scuotivento di Monza, al Catomes tot di Reggio Emilia.
Il resto della strada è tutta da percorrere...