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VEA: tutte le maschere possibili


Un buon ascolto oltre che bello questo di Valeria Angelotti in arte VEA. Di gusto e di mestiere nei suoni, nella produzione, nel mix poco “pop” di voce… e poi quell’intelligenza leggerissima che si sostiene di vita vissuta e contemplata, ogni giorno, comune a tutti noi. VEA si mette a nudo e in fondo ci mette a nudo dentro le tracce di “Sei chi non sei”, lavoro che oggi trova l’ennesima celebrazione in rete con il bellissimo video (altro aspetto sempre ottimamente curato da lei) del singolo “L’esatta combinazione”. La scena indie è sempre affollata di progetti che seguono la norma: qui l’esatta combinazione è proprio nel moto gustoso di sfuggire alla norma senza darlo a vedere. Maschere, anche in questo caso, ma assai fruttuose… 


Ritroviamo VEA e la ritroviamo con un grandissimo video. Hai sempre tanto curato la produzione del suono quanto del video. E non è una cosa scontata. Come ti approcci a questo genere di lavoro? Cosa ricerchi e che obiettivi ti poni ogni volta?
Realizzare un video è un atto creativo che permette di esplorare i suoni attraverso le immagini e viceversa. Ogni volta è un'occasione in più per sperimentare, mettersi in gioco e divertirmi. L'obiettivo principale è esplorare un linguaggio e cercare di padroneggiarlo e stravolgerlo, ogni volta un po' di più.

Nuovo video allora… parliamone… “L’esatta combinazione”. Qual è la giusta chiave di lettura? La vita è un gioco di combinazioni?
Mi piacerebbe che ognuno trovasse la sua, senza dichiarare la mia. Certo, la vita è un gioco di combinazioni e il brano lo esplicita, raccontandomi come il risultato esatto (non giusto) di determinati elementi. Questo mix è anche l'eredità che lasciamo al mondo, la traccia del nostro passaggio, la memoria delle e nelle persone che in qualche modo incontriamo...

 
Parlaci di questo suono che forse ha raggiunta una maturità davvero interessante non trovi? 
Ho esplorato una nuova parte di me e non vedo l'ora di esplorarne altre, sicuramente figlie di questa nuova forma che ha preso corpo in "Sei chi non sei". Spero di maturare ancora, senza marcire...vorrei riuscire a spingermi sempre un pochino oltre me stessa. Per realizzare queste sonorità, ho scavato dentro di me, infatti c'è molto buio, molte atmosfere dilatate, ma anche consapevolezza e luce. "Sei chi non sei" è un bivio artistico ed esistenziale...

A chiudere: questo disco ti ha fatto abbandonare le maschere o sei ancora in cerca di una maschera comoda?
Non sono del tutto consapevole di tutte le maschere che ancora indosso, ma l'obiettivo è quello di lasciarle cadere tutte, una alla volta. Se stessi cercando ancora la maschera più comoda, non avrei mai scritto questo disco e questa intervista non esisterebbe.