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Stefano Cinti: “Ho scritto ‘Io non sono razzista, ma…’ cercando di descrivere l’atteggiamento verso ciò che è diverso da noi"


“Io non sono razzista, ma...” è il nuovo singolo di Stefano Cinti, un brano di musica pop con elementi funk e rhytm&blues. Il testo si sviluppa in un cantato/parlato che descrive con realismo ed ironia l’atteggiamento verso ciò che è diverso, i luoghi comuni, i pregiudizi. 

Ciao, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Ho iniziato a suonare la chitarra a undici anni cercando di riprodurre su una corda le melodie di Santo and Johnni. Poi ho scoperto anche le altre cinque corde e sono passato a Lucio Battisti e ai cantautori italiani ‘storici’. Ho iniziato cosi’, pensando che la chitarra fosse uno strumento per fare nuove amicizie. Era vero! La musica mi ha fatto conoscere mia moglie Janet. 

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Mi piace pensare di avere i piedi di Lucio Battisti, le ginocchia degli Yes e della PFM, le gambe di Cat Stevens, le anche di Tom Ze, il busto di Pino Daniele, le braccia dei Weather Report, la testa di David Sylvian e le orecchie di Louis Armstrong, il naso di Goran Bregovic, i capelli di Caparezza, gli occhi di Peter Gabriel, le mani di Nile Rodges, la voce di Bobby McFerrin. Bello eh…!

Tre aggettivi per definire la tua musica
Leggera, realista, ironica.

Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Ho descritto l’atteggiamento che abbiamo verso cio’ che e’ diverso, i luoghi comuni, ma anche la pigrizia di confrontarsi con gli altri. Ho cercato di parlare sopratutto del pregiudizio ma senza definirlo chiaramente, illustrandone piuttosto gli aspetti negativi attraverso alcune frasi che ho letto o sentito dire e ho raccolto nel testo. La canzone fa riflettere su tutti questi argomenti e si conclude positivamente sottolineando che esiste una continuita’ tra tutti gli individui, che siamo tutti fatti della stessa sostanza e quello che ci differenzia, la nostra cultura, le esperienze di vita, deve essere considerato un valore aggiunto e non un elemento divisivo. 

Abbiamo saputo che hai vinto il Premio Migliore Colonna Sonora del Festival Officine Social Movie di Arezzo, cosa rappresenta per te?
Il fatto che “Io non sono razzista, ma...’” abbia ricevuto questo premio dai musicisti della ‘Orchestra Multietnica di Arezzo’ nell’ambito del Social Movie Festival e’ un riconoscimento alla musica e al messaggio sociale del brano. Non potevo chiedere di piu’. Tutto cio’ mi gratifica ed e’ una conferma che abbiamo fatto un lavoro sincero e di qualita’. Ne approfitto per ringraziare Marco Locurcio che ha arrangiato il brano e diretto il video, Guido Castellano che ha recitato con me e i bambini e le famiglie del Centre Communautaire Marittime di Molenbeek-Saint-Jean a Bruxelles che hanno partecipato al video. Un grazie anche al loro coordinatore Fabio Checcucci. Infine, vorrei ringraziare anche l’etichetta discografica indipendente Italiana Musica Artigiana (IMA) e la agenzia Red&Blue per il lavoro di promozione del brano.

Adesso è arrivato il momento per porti da solo/a una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Pensi che la musica possa cambiare il mondo? 
Per come la vedo io la musica e’ un mezzo di comunicazione e come tale puo’ aiutare a superare ostacoli e barriere tra le persone, creando dei ponti. Puo’ in alcuni casi anche focalizzare l’attenzione su argomenti specifici, aumentando la consapevolezza e stimolando riflessioni.
Il mondo cambiera’ quando lo vorranno le persone. A tal proposito credo che l’empatia sia la chiave di volta per migliorare le relazioni con i nostri simili, piante e animali e cosi’ facendo cambiare il mondo.

Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Credo che il pregiudizio sia in ognuno di noi, pronto a fare capolino. Mi piacerebbe che la canzone “Io non sono razzista, ma…” e il relativo video facessero riflettere sul nostro atteggiamento verso gli altri e che la riflessione portasse a mettersi in gioco, confrontarsi, migliorarsi.