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Dr. Littles ci racconta il suo singolo "A cosa serve"


Dr. Littles, classe 2001, è un cantautore toscano emergente. La vera passione per il cantautorato nasce nel 2017, durante una vacanza scolastica in Inghilterra, in cui l'artista, supportato dai compagni, iniziò a scrivere le prime canzoni in inglese.
Durante lo sviluppo, la chitarra fu una valvola di sfogo importantissima, aiutandolo trascrivere le sue esperienze e sensazioni su delle note musicali.
Fin da subito la sua musica si contraddistinse per il ritmo, creativitĂ  e coinvolgimento, portando l’artista a fare dell'improvvisazione musicale un vero e proprio culto.
Dr. Littles si esibisce spesso con l'aiuto della LoopStation (pedaliera che dĂ  vita ad un loop interminabile), con lo scopo di creare le atmosfere giuste per ogni tipo di serata.
I generi musicali affrontati dall'artista sono molteplici (Soul, Blues, Pop, Rap), e molteplici sono anche i temi trattati nelle canzoni, ma nella sua musica vige una costante: la voglia di trasmettere la  propria Arte!
 
Ciao, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Ciao, sono Dr.littles e mi sono avvicinato alla musica nel periodo delle scuole medie, imparando a suonare la chitarra con i miei amici. Alle superiori decisi di rispolverare le mie abilitĂ  suonando e cantando in gruppo all’estero durante le gite scolastiche. Questi ambienti mi hanno fatto capire che la musica faceva per me e bastava crederci un pochino per ottenere dei grandi risultati. Mi sono dato da fare parecchio e ho iniziato a scrivere musica per me, nella mia cameretta. Con gli anni ho imparato a sfogarmi scrivendo e suonando come valvola di sfogo, anche nei momenti tristi, per superarli e lasciarli scritti sopra ad uno spartito. Quindi eccomi, piacere, sono Giovanni Piccoli ed ho il sogno di vivere di musica.
 
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Gli artisti che mi hanno influenzato maggiormente sono quelli che mi hanno trasmesso l’abilitĂ  dell’improvvisare musicalmente e all’adattarsi al periodo storico/musicale come ad esempio Marc Rebillet, Jacob Collier, Neffa, Mudimbi, Mattak, Luigi Tenco, Caparezza, Tai Verdes, e molti altri.
Sarebbe il mio sogno trasformare la mia musica in un’arte basata prettamente sull’improvvisazione e sulle facce stupite delle persone.
 
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Ritmica, Riflessiva, Improvvisata.
 
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
A cosa serve è un singolo nato dalla necessità di farsi delle domande, di porsi dei quesiti di vita, il tutto condito da una strumentale allegra ed ironica.
A cosa serve è una riflessione di un ragazzo dubbioso, che si continua a porre delle domande, senza mai riuscire a dargli una risposta.
A cosa serve è un singolo molto emotivo e riflessivo, nato per far riflettere gli ascoltatori.
 
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
La domanda che mi autopongo è: Dove vorresti arrivare con il tuo percorso? Risponderei cosÏ: Non conta tanto il dove voglio arrivare, ma il come voglio arrivare, vorrei godermi tutti i momenti positivi/negativi di questo lunghissimo percorso per imparare sempre di piÚ dalle persone, dalla musica e dalle esperienze. Vorrei sicuramente vivere di suoni nella vita, ma non escluderei il vivermi intimamente la mia musica come terapia.
 
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Ciao, non rinunciate mai alla novitĂ  e ai cambiamenti, possono sembrare dei grandi ostacoli all’inizio ma allo stesso tempo regalano tante belle emozioni. NovitĂ ? Appunto, correte ad ascoltarvi il mio nuovo singolo, si chiama “A cosa serve” e parla dell’utilitĂ  delle cose in maniera molto schietta e ironica. A cosa serve rimanere a casa tutto il giorno quando fuori è una bellissima giornata e potreste conoscere nuove persone e fare nuove esperienze? Nulla, infatti, uscite di casa, vivete