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Ibrido e “Ostaggio”: il suono della liberazione interiore


Con il nuovo singolo Ostaggio, Ibrido apre un varco nella propria intimità, trasformando il dolore e le ferite del passato in un messaggio di rinascita. Il brano è un momento di svolta, una confessione sincera che racconta il passaggio da una condizione di prigionia spirituale alla ritrovata libertà, grazie alla fede e all’autoanalisi.

Attraverso versi diretti e carichi di significato, Ibrido affronta temi universali come la paura, le aspettative sociali e l’influenza tossica del giudizio altrui. Il singolo diventa così il simbolo di una lotta personale contro le gabbie invisibili che ci costruiamo o che ci vengono imposte, un atto di resistenza contro l’omologazione e l’apparenza che domina la comunicazione contemporanea.

In questa intervista, Ibrido racconta il significato profondo di Ostaggio, il ruolo della musica come rifugio e rivelazione, e il bisogno di autenticità in un mondo che spesso ci vuole diversi da ciò che siamo davvero.

Nel titolo e nel ritornello ritorna forte il concetto di sentirsi “ostaggio”: che significato ha per te questa parola?
Quando ho scritto il brano mi sentivo ostaggio in termini spirituali. 
È stato un brano di svolta e cambiamento interiore, stavo combattendo contro un passato che si faceva sentire parecchio. 
Quando però è iniziato il percorso di fede, quando ho iniziato ad affidare i miei pesi a Dio, tutto dentro e attorno a me è cambiato. 
Nessuno prima d’ora è stato in grado di aiutarmi a guarire quelle ferite 

Ti sei mai sentito ostaggio di te stesso, delle tue paure o di aspettative esterne?
Per me è stato un mix di tutto.
Crescendo in un paese di provincia, mi sono sentito spesso esposto a critiche, pressioni e controversie legate alle scelte che volevo fare nella mia vita.
Da lì nascono le paure, il risultato del dare più peso ai pensieri degli altri che ai propri.

 In che modo si esce da uno stato emotivo di prigionia interiore?
Con molta autoanalisi che porta gradualmente alla consapevolezza. Capire che si tratta di un momento e come tale passerà.
Nel mio caso, come ho già detto, quando ho affidato a Dio quei pesi e i fantasmi del passato, la mia vita è cambiata.
Sono scelte difficili soprattutto se affrontate nel caos quotidiano, è facile perdersi, lasciarsi trascinare dalle paure degli altri e vari scetticismi.

Che ruolo ha avuto la musica nel rompere queste catene?
La musica è sempre fondamentale, un mezzo attraverso il quale è emersa la parte mia più autentica, quello che Michael non direbbe, Ibrido lo rivela in maniera chiara e diretta. 
 
Pensi che oggi la società spinga le persone a vivere in gabbie emotive?
Oggi viviamo bombardati dai media. Se non rispetti gli standard che la società impone, sembri non andare bene.
Apri i social e tutti mostrano una vita apparentemente perfetta e solo un lato della medaglia, tutto questo non aiuta affatto.
Quando le stesse persone le incontri per strada e hai modo di confrontarti di persona, si rompono enormi barriere. 
Nel mio caso i social cerco di usarli quando ho un reale bisogno di comunicare qualcosa, senza sentirmi spinto dall’esibizionismo.