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"Sound(E)scaping Vol. I" l'album d'esordio di Lacinskij. L'intervista


SOUND[E]SCAPING VOL. I è l’album d’esordio solista di Lacinskij ovvero di Giuseppe Schillaci, fondatore della label Doremillaro (Sb)Recs, musicista, ingegnere del suono e compositore/sound designer.

Un lavoro semplice, diretto e prevalentemente strumentale. Sound(E)scaping Vol. I è un album di musica interamente elettronica, un po’ atipica, che trae spunto sia dai suoni dalle colonne sonore dei videogiochi anni ’90 (l’era delle console e degli home computer a 16 bit) e dalla synth music anni ’80, oltre ad essere ispirato dalla musica minimale (Reich, Riley, Martland) e da certa elettronica primi anni 2000.

"Quarantine Rain" è il primo singolo estratto dal nuovo album. È l’unico brano del disco composto, arrangiato e mixato interamente in una notte durante la quarantena da Covid-19, nella residenza dell’autore ai piedi del vulcano Etna.
Il videoclip è la semplice rappresentazione del punto di fuga dell’autore. Rispetto alla versione dell’LP ritroviamo il soundmark della località in cui è girato il video con i suoni di una giornata di pioggia e vento incessanti.

Noi di Cherry Press lo abbiamo intervistato per saperne di più su SOUND[E]SCAPING VOL. I.

Ciao  e benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Oggi presenti ai nostri lettori "Sound(E)scaping Vol. I", il tuo album d’esordio. Qual è stato lo spunto che ti ha portato alla realizzazione del disco?
Stava per finire lo spazio libero su hard disk, quindi dovevo smetterla di scrivere brani e non pubblicarli!
Ironia (fino a un certo punto) a parte, beh, ho sempre suonato in band, sia come musicista aggiunto sia in band fondate (anche) dal sottoscritto. Era da tempo che lavoravo a qualcosa di mio e che fosse molto diverso dalle mie solite vesti musicali (experimental/rock, folk, pop) e l’approccio all’elettronica mi è sembrato un buon modo per tradurre le mie idee musicali che spesso viaggiano secondo stilemi molto diversi.

Un album concepito per essere fruito e ascoltato in un’ottica visuale. Puoi spiegarmi meglio?
Tutti i brani di quest’album hanno un unico filo conduttore: musiche pensate per essere delle colonne sonore potenziali di una camminata, di una corsa al tramonto, una scena di vita quotidiana, e cosi via. Le suggestioni mentre le scrivevo erano delle vere e proprie fughe dalla realtà verso paesaggi immaginari.

Che atmosfera si respira in "Sound(E)scaping Vol. I"?
Liberatoria suppongo e prevalentemente spensierata, ma anche angosciante e sincopata. Dipende dal brano e da quale fantasia è stato ispirato.

Quanto tempo hai impiegato per la realizzazione di questo album?
Accumulo materiale da anni ma il nucleo di questi brani parte nell’estate 2019 e si conclude nella primavera 2020 in pieno lockdown.

C'è un filo conduttore che lega le otto tracce?
Come dicevo prima le mi musiche sono  fughe quotidiane dalla realtà, la fantasia di viaggi immaginari, o di scene vissute o semplicemente di un paesaggio in movimento.
La componente del concepire la composizione come musica da film è dominante in quest’album.

"Quarantine Rain" è il primo singolo estratto da “Sound(E)scaping Vol. I”. Come è nato questo brano?
È la chiave di volta dell’intero album. L’ho composto interamente durante una notte di quarantena in cui pioveva fortissimo, c’era nebbia, realizzavo di come stava cambiando la mia vita e di come stesse per cambiare la mia prospettiva sul lavoro. Lavoro come tecnico del suono free lance nel mondo dello spettacolo, settore totalmente in crisi e bloccato al momento come sappiamo. Questa ansia basata sull’idea di un (non)futuro e coadiuvata bufera che c’era fuori, beh, ho cercato di ritrasmetterla con questi ritmi sincopati e coi synth cupi che dominano  la prima parte del brano. Ovviamente sono un inguaribile ottimista e infine il brano si risolve con un pattern molto energetico di batteria, chitarra elettriche e synth. 😀



Tre aggettivi per definire "Sound(E)scaping Vol. I".
Ostinato, gentile, caparbio.

A chi dedichi questo album d’esordio?
A chiunque in un momento critico come questo che stiamo vivendo resiste e non si abbandona a pensieri complottisti, dietrologie et similia. A chiunque non sia disposto a cancellare millenni di sapere a causa delle cazzate di propaganda complottara che cancella la conoscenza con un solo messaggio su whatsapp. Incredibile.
E ovviamente a tutti i colleghi del mondo dello spettacolo che come faticano a capire come e quando la crisi del settore finirà.

Come musicista hai all’attivo numerose tournée sia in Italia che all’estero. C'è un concerto che porti nel cuore? Che ti ha emozionato più degli altri?
Coi diane and the shell al 3rd Ward di Brooklyn. Eravamo in U.s.a. per il tour promozionale di “30.000 feet Tarantella” suonavamo al terzo piano di questo centro culturale e c’erano tre palchi su cui ruotavano band l’una dopo l’altra. Dietro il palco in cui ci esibivamo noi, c'era una vetrata da cui vedevi gli aerei atterrare nell’aeroporto poco distante. Avevo 26 anni ed ero a New York a suonare in un contesto del genere, non è qualcosa di cui ci si possa dimenticare.

Cosa ci riserverà la tua musica nei prossimi mesi? 
Probabilmente un Ep in autunno in cui proverò a cimentarmi in qualcosa più simile alla forma canzone.

Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Leggete, verificate le fonti, ricontrollate, dubitate ma non abbandonatevi mai ai dogmi della ecclesia complottara. Facciamo che Idiocracy rimanga un bel film e non un documentario sul futuro. 😂

Intervista a cura di Barbara Scardilli