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“Scogli”: il britpop introspettivo di Meron per chi fatica a lasciar andare



Con il suo stile personale e una sensibilità sempre più marcata, Meron torna a far parlare di sé con il nuovo singolo “Scogli”, un brano che vibra di emozioni trattenute e paesaggi interiori. Il sound richiama il britpop d’autore, ma a colpire è soprattutto la scrittura: lucida, poetica, dolente.

“Scogli” è la rappresentazione sonora di un conflitto tra illusione e realtà, tra ciò che si desidera trattenere e ciò che bisogna imparare a lasciar andare. Gli scogli diventano una barriera tra due mondi: quello di un amore passato che ancora vive nel pensiero, e quello nuovo che fatica a prendere forma perché ostacolato dai rimpianti.

Abbiamo intervistato Meron per scavare dentro questa frattura emotiva e scoprire cosa significa davvero imparare a voltare pagina.

“Scogli” nasce da un conflitto interiore ancora aperto: quali emozioni sono più difficili da affrontare oggi?
È una domanda a cui non riesco purtroppo a darti una risposta perché io mi lascio guidare dalle emozioni quando scrivo un brano. Poi solo a metà della scrittura mi rendo conto solitamente di cosa sto dicendo. Le difficoltà poi sono sempre le note ad affrontarle, senza che io, pur spaventato, non faccia niente tranne quello di capire cosa mi sta comunicando effettivamente la melodia del brano.
 
C’è un momento preciso in cui ti sei accorto che questa canzone doveva uscire, dopo tre anni?
Quando l’ho scritto non era il momento perché il brano richiedeva ancora un po’ di esperienze di vita è così che normalmente ragiono quando finisco di scrivere qualcosa. Ci sono voluti 3 anni prima di metabolizzare appieno la fine di questa storia.
 
Hai paura che chi ascolta possa fraintendere o non comprendere del tutto quello che provi?
Quando fai uscire un pezzo questa paura penso che sia normale per chiunque. Ma poi alla fine il mio compito è fare emergere quello che sento niente di più, poi la canzone finisce di essere solamente mia perché diventa di tutti.
 
La musica è stata un rifugio o un detonatore mentre scrivevi “Scogli”?
Entrambe le cose. Il processo creativo di questo brano l’ho vissuto in maniera turbolenta ma alla fine è dentro quelle parole che ancora adesso mi rifugio quando ripenso a quella storia.
 
Hai avuto il coraggio di far ascoltare questo brano alla persona a cui pensavi?
Non c’è stato bisogno. Non ne faccio una questione di coraggio. Se vorrà ascoltare di sua spontanea volontà quello che da dirle attraverso il brano va bene, altrimenti niente.