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Gabbo: intervista al bassista e produttore romano


Con la sua inconfondibile impronta sonora, Gabbo trasforma uno dei brani più iconici di sempre, “I Got You (I Feel Good)” di James Brown, in una versione che fonde groove e modernità. Il basso — suo strumento d’elezione — non resta più sullo sfondo, ma si fa protagonista assoluto, guidando melodia, armonia e assolo in una chiave hip hop che conserva tutta la vitalità dell’originale.


Bassista e produttore di lungo corso, Gabbo è una figura di riferimento nella scena musicale italiana. Attivo dal 1999, ha attraversato mondi sonori diversi — dal funk al rap, dal jazz al pop — fino a diventare colonna portante dei Cor Veleno, con cui collabora dal 2006. Insieme a Squarta ha fondato Rugbeats, studio di produzione che ha firmato lavori con artisti come Coez, Gemitaiz, Fabri Fibra, Franco126, Jovanotti, Marracash, Rancore, Roy Paci e molti altri.


Figlio di un trombettista e cresciuto tra jazz e R&B, Gabbo ha saputo trasformare le sue radici in un linguaggio unico, dove ritmo e sentimento si fondono con naturalezza. Con questa reinterpretazione di “I Got You (I Feel Good)” riesce a connettere passato e presente, tradizione e sperimentazione, restituendo nuova linfa a un classico immortale senza snaturarne l’anima.


Un omaggio a James Brown, ma anche una dichiarazione d’intenti: la musica continua a evolversi quando c’è chi ha il coraggio di riscriverla con rispetto e libertà.


Qual è stata la parte più stimolante di reinterpretare un classico come "I Got You (I Feel Good)"?
Volevo rendere omaggio ad un brano particolarmente importante per me, con stima e rispetto, e questo mi ha stimolato. Trovo che il brano nella sua versione originale sia un capolavoro assoluto.

Come hai lavorato con il team di produzione per portare questa reinterpretazione alla vita?
Per la parte musicale, il team è composto da me e Squarta (Rugbeats) e in questo caso è stata una produzione ispirata al classic rap; il basso suonato non solo nel groove, ma anche nell’armonia, nella melodia e nell’assolo poi rende lo strumento il vero protagonista.
Ma parlando di team colgo l’ occasione per ringraziare Ibbanez, che è fondamentale per il suo apporto, si occupa di tutta la parte grafica e visual. ;)

Parliamo della tua esperienza live. Come hai intenzione di portare questo brano sul palco?
Per ora faccio dei set in solo dove metto al centro dell’attenzione il mio strumento, quindi integrerò sicuramente il brano in questo progetto. Ovviamente l’idea è quella di ampliare la formazione e quindi di condividere il divertimento non solo con il pubblico, ma anche tra gli strumentisti sul palco.

Come vedi il ruolo della musica nel mondo contemporaneo e quale impatto pensi di avere come artista?
La musica è stata e sarà sempre importante, è sicuramente lo specchio della società nel bene e nel male. Il mio ruolo? Mah, non saprei e non ho pretese, spero solo che qualcuno possa trarre cose positive! Se anche solo una persona trovasse piacere ad ascoltarmi, sarebbe per me un successo ed un orgoglio.

Qual è il messaggio che vuoi che il tuo pubblico riceva attraverso la tua musica?
Qualunque cosa arrivi a loro, spero solo sia positiva!