C’è un’immagine che accompagna “Road House”, il nuovo singolo di Jessica Tozzato: una highway americana, la notte, le luci lontane di una città e la sensazione di partire dopo una discussione. È un brano che nasce da un contrasto emotivo, da quella linea sottile che separa l’amore dalla necessità di allontanarsi, almeno per un po’. La voce di Jessica si muove dentro questo paesaggio sonoro cinematografico, tra sonorità moderne e atmosfere drammatiche, con una produzione che unisce pop ed elettronica, evocando immagini da film e riflessioni interiori.
“Road House” è un viaggio emotivo, una fuga simbolica dove la musica diventa rifugio, libertà e allo stesso tempo introspezione. In queste note, Jessica racconta le sfumature del sentire umano: la rabbia, la nostalgia, la dolcezza, la forza. Ogni suono è una tappa di quel viaggio che tutti, almeno una volta, abbiamo compiuto dentro noi stessi.
Nell’intervista che segue per Cherry Press, Jessica Tozzato ci parla del suo percorso musicale, delle influenze che hanno plasmato il suo stile e del significato profondo di questo nuovo singolo, capace di trasformare un momento di rottura in un’occasione di rinascita emotiva.
Ciao Jessica, benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
Ciao e grazie davvero per l’invito, è davvero un piacere!
Mi sono avvicinata alla musica fin da bambina. A casa mia la musica è sempre stata una presenza costante, ricordo che ogni domenica, durante le pulizie di casa, mio papà metteva su i suoi vinili di musica rock e, in un attimo, le pulizie diventano più leggere. Poi restavo sempre incantata a guardare i concerti e le esibizioni live in tv e così un giorno mi decisi a chiedere in regalo il gioco “Canta Tu” e da lì è iniziato tutto. È stato il mio primo microfono e le mie prime “esibizione casalinghe”. Da quel momento ho capito che cantare era qualcosa di più di un semplice gioco.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Sono cresciuta ascoltando i grandi del pop, quelli che hanno fatto la storia. Michael Jackson e sfido chiunque a dire di non aver mai ballato o cantato una sua canzone.
Da buona millennial, non posso non citare Britney Spears, Beyoncé e naturalmente le Destiny’s Child, il mio unico poster in camera era proprio il loro.
Negli ultimi anni, invece, mi sono avvicinata molto a The Weeknd. Amo la sua voce e quel suono così riconoscibile.
Il mio attuale progetto artistico si ispira proprio a quella direzione, un pop moderno, con sfumature elettroniche e sonorità un po’ più ricercate. O almeno… ci provo!
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Direi emotiva, perché nasce sempre da qualcosa che sento profondamente, autentica, perché cerco di essere me stessa in ogni parola e suono; e coinvolgente, perché voglio che chi ascolta si senta parte della storia che sto raccontando.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Nel mio nuovo singolo racconto quella sensazione universale che arriva dopo una forte discussione con qualcuno che ami, quel momento in cui ti rendi conto che c’è ancora tanto amore, ma anche la consapevolezza che qualcosa non funziona più come prima.
È un brano che parla di contrasti, di quella linea sottile tra il “ti amo” e il “non ce la faccio più”.
“RoadHouse” è un viaggio emotivo: è come entrare in un film, dove per il tempo della canzone puoi lasciarti andare e immaginarti in fuga su un’auto senza meta, con la musica che diventa la colonna sonora dei tuoi pensieri.
Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Forse mi chiederei: “Cosa ti spinge a continuare, anche quando non è facile?”
E risponderei che, in effetti, non è sempre così semplice. Ci sono molti giorni “no” e pochi giorni “sì”. A volte lavori su un pezzo o su una cover con un’idea ben chiara in testa, sai esattamente dove vuoi arrivare… ma non ci arrivi subito. Ci provi, ci riprovi, e più ti impegni, più ti sembra di allontanarti da ciò che avevi immaginato.
Poi, però, all’improvviso, arriva quel momento in cui tutto prende senso, quando finalmente riesci a ottenere l’effetto che cercavi, quando senti che sì, ci sei riuscita davvero. In quell’istante canti, suoni, e ti rendi conto di essere nel posto giusto. Tutta la fatica svanisce e resta solo quella sensazione inspiegabile di completezza.
Quando canto, mi accorgo che lo faccio prima di tutto per stare bene. In quei momenti tutto intorno a me cambia colore, prende un’altra luce.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Prima di tutto, vi ringrazio per avermi dedicato un po’ del vostro tempo!
Vi invito con tutto il cuore ad ascoltare “RoadHouse”, perché è un pezzo che rappresenta una parte di me. Spero vi arrivi la mia energia, la mia voglia di raccontare.
E poi… ascoltate sempre tanta musica! Scoprite nuovi artisti, date spazio anche agli emergenti, perché dietro ogni canzone c’è una storia, un pezzo di vita.
La musica unisce, fa stare bene e ci ricorda che non siamo mai soli nelle nostre emozioni.
